La partita per il governo non è facile. In questi ultimi mesi il tema della sicurezza del lavoro è stato legato a doppio filo all’emergenza Covid. Ma, la prossima settimana l’intervento del governo andrà ben oltre i confini della pandemia. «Pene più severe e immediate e collaborazione all’interno dell’azienda per individuare precocemente le debolezze in tema di sicurezza lavoro», è la ricetta individuata da Draghi per le prime norme da mettere in campo. Il premier, che lunedì scorso ha visto i sindacati, li ha ringraziati più volte e ha citato, allo stesso tempo, Carlo Bonomi, che nell’intervento all’Assemblea di Confindustria, ha parlato di «comitati di lavoratori e impresa». Per Draghi è un passo per aumentare la collaborazione interna e quindi anche il monitoraggio sulla sicurezza. Ma, ha precisato il capo del governo, «i lavoratori che parteciperanno a questa operazione non sono responsabili di nulla».
Le posizioni di imprese e sindacati
I segretari di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri hanno accolto con favore l’urgenza delle misure annunciate da Draghi. Il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, ha registrato i progressi del governo ma ha chiesto norme che «fermino le aziende sino a quando non sono ripristinate le norme di sicurezza». Mentre il presidente di Confindustria Bonomi ha rilanciato la sua proposta di istituire «commissioni paritetiche in azienda per intervenire sugli incidenti» e ha chiesto al governo di intervenire, più che sulle sanzioni ex post, su interventi che «facciano in modo che gli incidenti non avvengano».
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