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Pari opportunità, commercialiste a Miani: “Tre donne in commissione riforma Fisco”

Pari opportunità, commercialiste a Miani: “Tre donne in commissione riforma Fisco”

Pari opportunità, commercialiste a Miani: “Tre donne in commissione riforma Fisco”

ROMA - Circa 200 commercialiste, appartenenti a tutti gli ordini d’Italia, hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Massimo Miani, sollecitando con determinazione “un cambio di passo circa la rappresentanza di genere negli organismi del consiglio stesso”.
Le duecento professioniste ricordano che le commercialiste iscritte agli ordini territoriali in Italia sono circa 40 mila. “Chiediamo prima di tutto - scrivono - che nella commissione sulle Riforme fiscali del Consiglio nazionale, insediatasi di recente e presieduta da Carlo Cottarelli, vengano nominate tre commercialiste, scelte in rappresentanza del territorio italiano, Nord, Centro e Sud”.

La commissione istituita dal Consiglio nazionale dei commercialisti e coordinata da Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio conti pubblici italiani, ha il compito di produrre una proposta di riforma fiscale che sarà sottoposta al governo. Le duecento firmatarie ricordano che “solo grazie a pressanti richieste la commissione è stata integrata con componenti femminili, che però non fanno riferimento alla categoria professionale”. La commissione infatti è composta prevalentemente da docenti universitari.

Nella lettera si contesta quindi anche la scelta di “aver posto in ombra il ruolo dei commercialisti che operando sul campo quotidianamente, sono in grado di garantire una professionalità di taglio pratico e di fornire un apporto fondamentale”.
“Operare una riforma fiscale, avvalendosi in maniera esclusiva o prevalente di professionalità teoriche, di certo non sarà il modo giusto per giungere a dei risultati ottimali”, scrivono le duecento commercialiste.

“Non possiamo e non vogliamo più permettere - sottolineano - che le donne siano escluse da tutto ovvero incluse con ruoli marginali. Per questo le chiediamo, in vista delle prossime elezioni, di sollecitare presso gli ordini territoriali la costituzione di liste che possano garantire una rappresentanza femminile nei consigli, non inferiore al 30%. Altrettanto valga per il prossimo Consiglio nazionale dove auspichiamo che possa sedere un numero di donne non inferiore a 6. Riteniamo che tutte le commissioni, il Consiglio di disciplina nazionale e la Fondazione debbano rispettare la parità di genere”.

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