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Pescatori Mazara, domani il rientro, "Bentornati a casa"

Pescatori Mazara, domani il rientro, "Bentornati a casa"

Pescatori Mazara, domani il rientro, “Bentornati a casa”

Un grande striscione con la scritta "Bentornati a casa" campeggia da ieri sera nell'aula consiliare del Comune di Mazara del Vallo, eletta a quartier generale dai parenti dei marinai sequestrati e poi rilasciati in Libia.
I pescherecci Antartide e Medinea con a bordo i diciotto pescatori liberati dalle autorità libiche si stanno dirigendo verso le coste italiane scortate dalla fregata Margottini della Marina Militare, impegnata nell'Operazione Nazionale Mare Sicuro. La nave li ha intercettati all'uscita delle acque territoriali libiche e garantirà il transito in mare in sicurezza fino a Mazara del Vallo, dove l'arrivo è previsto per la tarda mattina di domani. Tamponi prima della festa Ma prima della festa gli equipaggi dei due pescherecci saranno "tutti sottoposti ai test anti-covid: prima il tampone antigenico e poi quello molecolare". Lo ha confermato ieri a tarda sera il sindaco Salvatore Quinci, che ha partecipato al Comitato per l'ordine e la sicurezza - svoltosi in videoconferenza - per stabilire, tra l'altro, i protocolli da mettere in atto all'arrivo dei marinai. E' stato il prefetto di Trapani, Tommaso Ricciardi, a presiedere la riunione sulle misure organizzative. Il Comitato, si legge in una nota della Prefettura, "ha preliminarmente affrontato le misure di carattere sanitario da osservarsi nel momento precedente lo sbarco dei marittimi, al fine di evitare qualsiasi pericolo di contagio da covid-19". Successivamente, sono state "tracciate a grandi linee le misure concernenti l'ordine e la sicurezza pubblica che, nel dettaglio, verranno approntate nella giornata di domani, nell'ambito di un tavolo tecnico appositamente convocato in Questura". Il tavolo tecnico dovrà anche valutare le misure da adottare per la presenza della stampa e dei parenti che accoglieranno i loro cari. Il Piano limato oggi Il piano sarà limato oggi dal comitato tecnico che tornerà a riunirsi online su convocazione del prefetto di Trapani, ma lo si conosce per sommi capi: un medico salirà a bordo dei pescherecci e visiterà i marinai, che una volta a terra faranno il tampone rapido (che dà una risposta in pochi minuti) e poi quello molecolare, il cui esito si conoscerà dopo otto ore. In assenza di positivi al covid, tutti andranno a casa e dovranno ripetere il tampone dopo cinque giorni. Nel porto nuovo, dove le due barche approderanno, ci saranno un numero limitato di parenti e i giornalisti, spiega il sindaco Salvatore Quinci. I due marinai senegalesi, che non hanno una casa, saranno ospitati in un albergo a spese dell'armatore, sempre che il tampone dia esito negativo. I senegalesi, abitualmente, lavorano come guardiani delle barche e dormono a bordo. In caso di positività, anche di un solo marinaio, tutti saranno fatti salire su un mezzo con dispositivi di biocontenimento e posti alla quarantena domiciliare. Per i senegalesi, invece, sempre in caso di positività, è previsto il trasferimento in un covid hotel. Intanto, il sindaco ha ribadito che per domenica l'accesso al porto nuovo sarà inibito per tutti, tranne che per le persone autorizzate. Copasir convocato per decidere audizioni Intanto il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica è stato convocato per martedì 22 dicembre alle ore 14 per una riunione dell'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi. Nel corso della riunione, sottolinea il presidente Raffaele Volpi, verrà delineato il programma dei lavori del Copasir "sia sulle linee generali di approfondimento sia su temi di contingente attualità, come informalmente richiesto da alcuni componenti". Fake news sullo scambio di prigionieri Intanto continuano le fake news sulla vicenda. Il giornale panarabo, Asharq Al-Awsat, edito a Londra, vicino alle posizioni del generale Khalifa Haftar parla di "uno scambio di prigionieri" dietro la liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo. Nell'articolo, comparso sul sito online e firmato dal Cairo, si afferma che "fonti libiche bene informate" sostengono che la liberazione dei marittimi siciliani sarebbe avvenuta in seguito a un accordo sull'estradizione di quattro cittadini libici detenuti in Italia. La ricostruzione è stata respinta seccamente, oltre che da fonti di intelligence, dall'avvocato Michele Andreano, difensore, su mandato dell'ambasciata della Libia a Roma degli scafisti arrestati nel 2015 per il naufragio dell'imbarcazione su cui viaggiavano dove morirono quaranta migranti. Ma certe forze di destra continuano a soffiare sul fuoco di una polemica inutile e dannosa: un'interrogazione urgente al Governo è stata annunciata dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri per sapere se sia vero che in cambio della liberazione dei pescatori vi sia stata la promessa dell'estradizione degli scafisti condannati "che devono rimanere a scontare la loro pena in Italia".

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