In Sicilia il 55,4 per cento dei residenti è a rischio povertà o esclusione sociale. Lo rivela il rapporto Istat su "Condizioni di vita e reddito" 2015. La situazione è peggiorata: 54,4 nel 2014. Si tratta del valore più alto a livello nazionale. Un dato che impone attente riflessioni. A seguire la Puglia (47,8) e la Campania (46,1). Inoltre, livelli di grave deprivazione materiale più che doppi rispetto alla media italiana si registrano in Sicilia, 27,3, e in Puglia, 26,9, dove più di un quarto si trova in tale condizione. La Sicilia soffre anche la massima diffusione di bassa intensità lavorativa, 28,3, seguita da Campania, 19,4, e Sardegna, 19,1. Quattro individui su dieci sono a rischio povertà da queste parti, 42,3, tre su dieci in Campania, Calabria, Puglia e Basilicata.
"Il Mezzogiorno è ancora l'area più esposta: nel 2015 la stima delle persone coinvolte sale al 46,4%, dal 45,6% dell'anno precedente. La quota è in aumento anche al Centro (da 22,1% a 24%) ma riguarda meno di un quarto delle persone, mentre al Nord si registra un calo dal 17,9% al 17,4%", si legge in un comunicato dell'Istat. La media nazionale: 28,7, "sostanzialmente stabile rispetto al 2014 (era al 28,3%) a sintesi di un aumento degli individui a rischio di povertà (dal 19,4% a 19,9%) e del calo di quelli che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (da 12,1% a 11,7%); resta invece invariata stima di chi vive in famiglie gravemente deprivate (11,5%)", fanno sapere dall'Istituto nazionale di statistica.
Rischio povertà, Sicilia maglia nera nel rapporto Istat su condizioni di vita e reddito 2015: situazione peggiorata rispetto all’anno precedente
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