Macchine in seconda fila, posteggiate sui marciapiedi, sulle scivole, sulle strisce pedonali o di fronte ai segnali di divieto di sosta. Abbandonate con le quattro frecce accese come a voler dire “abbiate pazienza, sto tornando, si sa che qua funziona così”.
Ed è così vero che quando qualcuno si prende la briga di dire qualcosa, si azzarda a ribellarsi o addirittura cerca di spiegare che “no, non è del tutto normale e accettabile che io ritardi a lavoro o non possa andare a prendere i figli a scuola per farti fare bancomat o prendere il caffè”, viene subito mandato a quel paese senza troppe spiegazioni, scuse o complimenti.
Da lodare, in questo senso, l’iniziativa di alcuni cittadini che fino a qualche mese fa lasciavano sul vetro delle auto posteggiate male o sui motorini ammassati sui marciapiedi una finta multa, una sorta di richiamo ad essere cittadini più consapevoli.
Chissà se in attesa delle vere multe, quelle che fanno tremare davvero solo al pensiero della fila da fare alla posta per pagarle, si comincerà a capire quanto questo comportamento selvaggio e senza regole influisca anche sul traffico di cui nessun automobilista, soprattutto catanese, può fare a meno di lamentarsi.
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