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Bagheria, la Città delle Ville. Chiuse o dimenticate

Bagheria, la Città delle Ville. Chiuse o dimenticate

Bagheria, la Città delle Ville. Chiuse o dimenticate

L'ho già scritto in precedenza e lo ribadisco a gran voce: occorre sostituire il cartello che si trova all'ingresso di Bagheria e cambiare la dicitura da Città delle Ville a Città dei Semafori Spenti. Al limite potremmo apportare un ulteriore aggettivo, Città delle Ville Chiuse e/o Dimenticate.

In mio soccorso arriva, per esempio, quanto accaduto nei giorni scorsi a Villa Sant'Isidoro, dove il proprietario, Mimmo Angileri ultimo eredi dei marchesi Del Castiglio che hanno lì abitato sino a qualche anno fa, ha dovuto chiudere i battenti della struttura ai visitatori e resterà aperta solo su prenotazione. I motivi? Insostenibilità dei costi di gestione a fronte di incassi risibili, resi tali anche a causa del prezzo del biglietto (8 €) aumentato proprio per renderlo compatibile con la gestione. La qual cosa ha generato un autentico circolo vizioso, visto che il biglietto più caro ha scoraggiato i pochi curiosi, attratti da questo autentico gioiello del barocco settecentesco. Pochi anche perché è mancata da parte di tutte le Amministrazioni comunali (compresa l'attuale) un veicolo promozionale che avrebbe dovuto realmente creare una rete fra le varie ville sparse su tutto il territorio di Bagheria. E invece lo zero assoluto, a parte quel cartello e quella dicitura che è solo un'inutile corona di latta sul capo di un re decapitato.

Non è un caso che per Villa Cattolica, sede del Museo Guttuso, siano stati sparati in cielo fuochi d'artificio e sia stata fatta una pomposissima inaugurazione. Perchè nella (ex?) Città delle Ville, l'eccezionalità è riaprirla, una villa.

Della spiacevole situazione ha parlato lo stesso Angileri a Bagherianews.  “Di fronte all’insostenibilità dei costi e alla mancanza di assistenza da parte delle istituzioni - ha dichiarato - non ho potuto fare altro che prendere questa amara decisione. Fino a quando ho potuto, ho cercato di mantenere aperto il museo, sobbarcandomi da privato di  tutte le spese e contando esclusivamente sull’impegno dei volontari dell’Associazione culturale villa Sant’Isidoro. Quest'ultimi però sono professionisti la cui preziosa opera non può essere prestata gratuitamente a scopo di volontariato, io stesso ho provveduto a contribuire in forma di rimborso spese, ma la situazione era divenuta insostenibile. Circa due anni fa – ha aggiunto Angileri – quando il museo è stato aperto, ho sperato in un dialogo costruttivo con le istituzioni, per attivare convenzioni con l’Università, scuole e altri enti culturali.  L'apertura di questa Villa ha portato una ventata d'aria fresca nel paese. Mi sono adoperato affinché tutto fosse indirizzato ad attività di ricerca, gestione e manutenzione del bene, questi sforzi si stanno però rivelando vani. Nonostante questo cambiamento – sottolinea Angileri – sono ancora fiducioso nel mio iniziale progetto di trasformazione del complesso monumentale in un polo culturale interfaciato con università o enti di ricerca, aperto giornalmente al pubblico. Per questo motivo, mi rivolgo all’assessore alla cultura Romina Aiello e spero in un aiuto concreto da parte dell’Amministrazione comunale al fine di trovare una soluzione, attraverso il dialogo e la concertazione, vagliando le proposte cheabbiamo sul tavolo. Credo che sia opportuno strutturare un progetto all’interno del quale il turista venga guidato e orientato verso i luoghi d’arte della città. Ho sempre considerato Villa Sant’Isidoro un bene culturale da conservare e valorizzare per la collettività, sviluppando un circuito turistico-culturale che porti visitatori e riunisca studiosi, artisti e la città”.

Ci saranno i fuochi d'artificio pure per Villa Sant'Isidoro o si cambierà solo il cartello all'ingresso di Bagheria?

luca mangogna

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