A Pasqua il turismo "è ancora al palo": nel 2021 si faranno ancora meno vacanze che nel 2020. È quanto emerge dall’Osservatorio Confturismo-Confcommercio e Swg, secondo cui a bloccare i progetti di vacanza degli italiani sono "rassegnazione e realismo".
Quasi 9 su 10 degli intervistati a fine febbraio avevano già previsto per Pasqua uno scenario di peggioramento della situazione, o al massimo di stabilità, con il permanere di limitazione agli spostamenti che, dall’inizio della pandemia, “chiudono” di fatto il turismo, anche quando le attività sono virtualmente aperte.
Il 37% degli intervistati dichiara che quest’anno farà meno vacanze dell’anno scorso, annus horribilis per il settore, e la data più probabile della prossima partenza viene identificata a giugno per un primo week end, a luglio per uno short break di 2-3 giorni e ad agosto per una vacanza di almeno 7 giorni. Il 43% del campione che avrebbe voluto fare una seppur breve vacanza a Pasqua non si sarebbe comunque mosso dalla propria regione, o al massimo sarebbe andato in una regione confinante pernottando 1 o 2 giorni, prevalentemente in case di proprietà, in affitto o di amici e parenti.
Nonostante gli italiani si aspettino buoni risultati per il paese e l’economia con l’insediamento del Governo Draghi – 6 su 10 pensano che saprà rilanciare l’economia e gestire efficacemente l’emergenza sanitaria – questo stenta a tramutarsi in effettive prenotazioni e voglia di partire.
L’indice di fiducia - prosegue Confturismo - si assesta ormai da 3 mesi su valori piuttosto deprimenti raggiungendo, a febbraio, quota 50 su 100, 10 punti sotto febbraio 2020.
Per quanto riguarda le destinazioni, la penisola resta al centro dell’attenzione per l’83% degli intervistati, che puntano su mete tipicamente balneari come la Sicilia, la Puglia e l’Emilia Romagna, ma sempre con grande diffidenza: solo 2 intervistati su 5 sono disposti a prenotare con anticipo almeno la struttura in cui alloggiare in ferie.
(ansa)
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