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Energia, in Sicilia tariffe ormai alle stelle

Energia, in Sicilia tariffe ormai alle stelle

Energia, in Sicilia tariffe ormai alle stelle

PALERMO - La guerra in Ucraina e l’aumento alle stelle delle spese, per le famiglie e le imprese, legate all’energia, sono ormai una realtà che non può essere ignorata, uno specchio impietoso di una situazione che necessita di una soluzione che permetta di affrontare gli anni futuri con una nuova consapevolezza. Secondo i dati Eurostat pubblicati nei giorni scorsi, il prezzo dell’energia elettrica sale dell’82,3% in Italia.

Spesi per l’energia elettrica 5,4 miliardi di euro in più rispetto anno precedente

Sulla base dell’evoluzione dei prezzi, a parità di consumo, le famiglie italiane nell’ultimo anno hanno speso per l’energia elettrica 5,4 miliardi di euro in più rispetto ai dodici mesi precedenti, pari allo 0,33% del Pil. Solo in Sicilia, l’incremento di spesa è stato di 464 milioni di euro; peggio dell’Isola, solo la Lombardia, con 939 milioni di euro e il Lazio, con 534 milioni di euro spesi in più. A seguire troviamo il Veneto con 463 milioni, la Campania con 453 milioni e l’Emilia Romagna con 424 milioni. Gli effetti recessivi sono più intensi nel Mezzogiorno, dove la maggiore spesa è pari allo 0,49% del Pil a fronte dello 0,30% del Centro e dello 0,28% del Nord; la ricaduta più intensa dello shock dei prezzi si registra in Sardegna con la maggiore spesa che è pari allo 0,57% del Pil regionale, seguita da Sicilia con 0,56%, Calabria con 0,54% e Puglia con 0,49%. Se si allarga lo sguardo a livello europeo, l’Italia spende quasi il doppio rispetto alla media dell’Eurozona. Ciò è dovuto al mix di generazione elettrica, alla base del divergente andamento dei prezzi al consumo dell’elettricità riscontrata nei maggiori paesi europei.

In Italia è aumentato il consumo di gas

Nonostante il deragliamento del prezzo del gas, in Italia l’utilizzo di questa fonte energetica è aumentato a fronte di una riduzione nel resto d’Europa.L’analisi del report mensile dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie) dell’Ocse evidenzia la differente reazione delle maggiori economie europee all’escalation dei prezzi del gas, letteralmente deragliati nella seconda metà del 2021. A gennaio 2022, sul totale di energia elettrica prodotta nei dodici mesi, in Germania il 42,6% proviene da rinnovabili, il 29,2% dal carbone, il 14,9% dal gas e l’11,1% dal nucleare. In Francia domina il nucleare, dal quale proviene il 67,4% della produzione di elettricità, seguito dalle rinnovabili con il 23,3% mentre l’uso del gas è limitato al 5,8%. La maggiore esposizione dell’Italia agli aumenti del prezzo del gas è data dall’esposizione dall’utilizzo di quest’ultimo per la produzione dell’elettricità per il 48,4%, superiore al 41,5% della quota da rinnovabili, mentre è basso l’utilizzo di carbone (5,4%) e petrolio (3,6%). Nell’ultimo anno, Francia e Germania, hanno ridotto ulteriormente l’utilizzo del gas, rispettivamente del 5,1% e del 6,0%. Al contrario l’Italia, con quasi metà dell’elettricità prodotta dalle centrali a gas, ne aumenta l’utilizzo, registrando una crescita del 5,6%.

Per le imprese il danno è ancora maggiore

Il danno è evidente: questa fonte energetica, dicembre 2021, ha segnato un aumento del 255% dei prezzi all’importazione. Se già a livello familiare il problema è importante, per le imprese gli aumenti dei prezzi dell’energia determinano una seria perdita di competitività, aggravando la già fragile posizione precedente all’inasprirsi della crisi energetica: nel primo semestre del 2021 una piccola impresa italiana pagava un prezzo dell’elettricità del 12,9% superiore rispetto alla media dell’Eurozona.

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