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Agricoltura, fatturato in crescita in Sicilia

Agricoltura, fatturato in crescita in Sicilia

Agricoltura, fatturato in crescita in Sicilia

PALERMO - Nonostante tutto, la pandemia, la crisi economica, i problemi legati al cambiamento climatico, l’agricoltura siciliana continua a crescere. I dati raccolti dall’Istat mettono a confronto l’andamento della produzione agricola e del valore aggiunto tra il 2012 e il 2021 parlando di una sostanziale crescita, graduale ma inesorabile, dell’intero comparto, nonostante al suo interno si segnalino alcune situazioni altalenanti. Infatti, l’intero settore è cresciuto del 16%, che si traduce in termini pratici in un aumento di fatturato di 730 milioni di euro tra il 2012 e il 2021, su un totale di 5 miliardi di euro.

I numeri della produzione

Se si scende ad analizzare i dati più in profondità, si vede come le categorie che sono maggiormente cresciute sono alcune produzioni non strettamente tradizionali: in cima alla classifica troviamo i kiwi, che sono cresciuti in 10 anni del 193,96%, seguiti dal radicchio, in aumento del 189,72%, o ancora le pere (+148,42%) e i fagioli (+143,16%). Quindi troviamo le fragole, al +93,76% e i carciofi, al 77,40%. Tra i prodotti che, invece, rappresentano la cultura agricola siciliana, troviamo l’olio e i prodotti dell’olivicoltura, che crescono di oltre il 60%, con un aumento del valore aggiunto di oltre 250 milioni di euro in dieci anni. Anche i limoni crescono del 39,77% e le mandorle, al + 28,26%. Al contrario, le nocciole sono il prodotto che ha perso maggiormente, con una riduzione dell’85,51%, insieme al frumento tenero, al -83,68%. Da segnalare anche la riduzione del valore aggiunto degli agrumi, prodotto che fa rappresenta la Sicilia nell’immaginario mondiale. I mandarini scendono, purtroppo, del 42,36%, e le clementine scendono del 27,53%. In termini di euro, il prodotto che ha perso di più sono le carote, il cui valore aggiunto si è ridotto del 53%, per un totale di 32 milioni di euro in meno; quindi le carni, che hanno perso 25 milioni di euro, e l’uva da vino, che perde 24 milioni di euro.

La crescita

Al contrario, la crescita maggiore è stata per l’olio, che ha un valore aggiunto in più, nel 2021 rispetto al 2012, di circa 120 milioni di euro, seguito dai carciofi, che guadagnano 106 milioni di euro. La regione si presenta in controtendenza con l’andamento nazionale: il complesso del comparto agroalimentare (che comprende agricoltura, silvicoltura e pesca e industria alimentare) ha registrato, per la prima volta dal 2016, una diminuzione del valore aggiunto (-1,2% a prezzi correnti e -4% in volume). È il comparto in cui si è formato il 4,3% del valore aggiunto dell’intera economia (era il 4,1% nel 2019): il settore primario ha contribuito per il 2,2% (come nel 2019) e l’industria alimentare per il 2,1% (l’1,9% nel 2019). Nonostante i risultati non positivi il settore agroalimentare ha consolidato nel 2020 il proprio peso all’interno del quadro economico nazionale.

Il censimento generale dell'agricoltura

I dati vengono dal settimo censimento generale dell’agricoltura, svolto nel 2021 perché rimandato di un anno a causa della pandemia, e restituiscono una fotografia puntuale del settore agricolo e zootecnico, offrendo una lettura approfondita che abbraccia una pluralità di temi - dalle caratteristiche del conduttore all’ utilizzo dei terreni e consistenza degli allevamenti, dai metodi di gestione aziendale alla multifunzionalità fino alla manodopera impiegata. Il questionario di rilevazione (indirizzato a quasi 1,7 milioni di unità in base a una lista che ha utilizzato le fonti amministrative disponibili3 ) ha proposto quesiti armonizzati a livello Ue oltre a domande di approfondimento su aspetti come l’innovazione e gli effetti della pandemia, di cui si presentano le prime evidenze.

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