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Coldiretti: “La mafia è infiltrata tra quattro milioni di italiani affamati”

Coldiretti: “La mafia è infiltrata tra quattro milioni di italiani affamati”

Coldiretti: “La mafia è infiltrata tra quattro milioni di italiani affamati”

ROMA - Il 2021 è iniziato con circa 4 milioni di italiani costretti a chiedere aiuto per mangiare, un numero doppio rispetto allo scorso anno tra i quali la criminalità trova terreno fertile per infiltrarsi.

È quanto afferma la Coldiretti nel commentare l’indagine della Dda di Palermo che ha documentato il tentativo dei clan di mafia di organizzare una distribuzione alimentare per i poveri durante il primo lockdown. “La malavita - lamenta l’organizzazione agricola - tenta di approfittare della situazione di difficoltà in cui si trova una fetta crescente di persone costrette a far ricorso alle mense dei poveri e molto più frequentemente - sottolinea la Coldiretti - ai pacchi alimentari, anche per le limitazioni rese necessarie dalla pandemia. Il settore del cibo è divenuto quindi una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi, perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società e condizionare la via quotidiana della persone. Mafie che si appropriano di vasti comparti dell’agroalimentare dai campi agli scaffali, dai tavoli dei ristoranti fino ai banchi di bar e pasticcerie, distruggendo la concorrenza e il libero mercato legale e soffocando l’imprenditoria onesta, ma anche compromettendo in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti; il tutto con l’effetto indiretto di minare profondamente l’immagine dei prodotti italiani e il valore del Made in Italy”.

Proprio qualche giorno fa, il Quotidiano di Sicilia aveva dedicato un approfondimento al dramma dei piccoli imprenditori che si sentono abbandonati dallo Stato, fotografando un grave disagio economico che lascia ampi margini per l’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto sociale e imprenditoriale.
L’operazione Bivio certifica che il rischio paventato è concreto.

Lo ha spiegato a chiare lettere anche il generale Arturo Guarino, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo: "Le indagini ci hanno consentito di scoprire - aggiunge - come i mafiosi tentassero allo Zen di Palermo di dare una sorta di welfare mafioso alla gente che aveva bisogno di avere assistenza durante la prima fase del lockdown con sussidi di tipo alimentare. è un welfare che non porta nulla di buono. Anche in questa occasione i carabinieri hanno dimostrato un’attività pervasiva del controllo del territorio che passava tramite le estorsioni, il pizzo la necessità di ottenere i soldi dal territorio”.

Secondo il segretario della Cgil Palermo Mario Ridulfo l’operazione conferma “che la mafia sta approfittando dell’emergenza socio economica causata dal lockdown per infiltrarsi in diversi settori produttivi e supplire agli aiuti alle famiglie, distribuendo generi alimentari ai cittadini indigenti, per ricavarne consenso sociale”.

“In questo momento di difficoltà, - osserva - in cui si avverte il pericolo di una maggiore vulnerabilità delle famiglie e delle aziende, maggiormente esposte al rischio di estorsioni e di infiltrazioni mafiose, chiediamo alle forze investigative e alle forze dell’ordine di intensificare la vigilanza sul territorio e alle istituzioni di portare a compimento gli investimenti programmati contro il degrado delle periferie, per creare lavoro, occupazione, sviluppo come misura essenziale di contrasto al dominio mafioso, per l’affermazione dei diritti”.

Patrizia Penna

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