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Effetto-coronavirus sulle imprese, fornitori pagati in ritardo

Effetto-coronavirus sulle imprese, fornitori pagati in ritardo

Effetto-coronavirus sulle imprese, fornitori pagati in ritardo

di Liliana Rosano

ROMA - Un altro primato negativo per la Sicilia: il 23,1 % delle imprese paga i propri fornitori con un ritardo di oltre trenta giorni.

È il risultato dallo Studio Pagamenti, aggiornato al 30 settembre, realizzato da Cribis, società del gruppo Crif, specializzata nella business information.

Il report, ha focalizzato l’attenzione sulle ripercussioni economiche negative dell’emergenza Covid-19 e il loro impatto sulla puntualità dei pagamenti delle imprese.

Il dato più eclatante è che a settembre il numero delle aziende italiane che pagano i propri fornitori con oltre 30 giorni di ritardo ha raggiunto il 12,7%, un dato di poco superiore a quello di fine 2016 (12,3%).

A livello regionale, diverso è stato l’impatto nelle singole realtà italiane.
Le regioni che hanno subito la variazione percentuale più elevata, rispetto all’ultimo trimestre del 2019, sono la Valle d’Aosta (+40,4%), il Friuli-Venezia Giulia (+37,5%), il Veneto (+32,6%) e il Trentino-Alto Adige (+31,6%) che, nonostante questo, rimane la regione con meno ritardi gravi (6,7%) in assoluto. L’incremento dei ritardi oltre 30 giorni è invece più contenuto nelle regioni del Sud, che pur partono da un livello assoluto più elevato.

Al dato siciliano segue quello della Calabria (22,9%) e della Campania (20,6%). Il Trentino Alto-Adige (6,7%) e le regioni più colpite dall’emergenza sanitaria, vale a dire Emilia-Romagna (8,1%) e Lombardia (8,4%), sono, invece, quelle che registrano meno ritardi gravi, nonostante il notevole incremento rispetto a dicembre del 2019.

“Dall’analisi dei dati - commenta Marco Preti, Ad Cribis - l’impatto negativo dell’emergenza sanitaria sulle nostre imprese è sempre più evidente. Adesso più che mai è fondamentale un’attenta gestione di fornitori o partner commerciali, per intervenire tempestivamente sulle situazioni in rapido deterioramento. Lo Studio - aggiunge Preti - rileva l’incremento più alto nei pagamenti superiori a 30 giorni rispetto a fine 2019 nel settore dell’industria, ma evidenzia anche lo stato di sofferenza dei settori più colpiti dal lockdown, quali bar e ristoranti, i servizi ricreativi e cinematografici, tutti agli ultimi posti nella classifica dei meno virtuosi nei pagamenti”.

Nonostante il Nord Est e il Nord Ovest del Paese abbiano registrato l’incremento più elevato di ritardi gravi (rispettivamente 10,4% e 11,8%) rispetto al trimestre precedente, il Nord Est, tuttavia, si conferma ancora una volta l’area geografica più affidabile, con il 43% delle imprese che pagano alla scadenza, mentre al Sud e nelle Isole, dove le imprese puntuali sono solo il 22,6%, si evidenziano maggiori difficoltà.
Anche a livello provinciale la Sicilia conferma il trend negativo di province meno puntuali.

Nel podio delle meno virtuose troviamo Reggio Calabria scavalcare Trapani all’ultimo posto, seguita da Palermo, Enna (fra le province italiane che, rispetto alla fine del 2019, perdono più posizioni - 8 - nel ranking) e Crotone.

Gli effetti della crisi generata dal Covid-19 si avvertono anche nelle province del Nord: le imprese di Lodi (+55,7%), Asti (+53,8%), Pordenone (+50%) e Belluno (+50%) sono quelle che, a confronto con la fine del 2019, hanno registrato il maggior peggioramento nei pagamenti superiori ai 30 giorni.
Nonostante l’incremento causato dalla crisi del Covid-19, Brescia, Sondrio, Bergamo, Lecco e Trento si confermano le province più puntuali.
Il settore dove le aziende (17,2%) pagano con ritardi superiori ai trenta giorni è in termini assoluti il commercio al dettaglio.
Male anche l’industria, che ha visto crescere del 25% il numero di aziende che pagano con grave ritardo, pur rimanendo in termini assoluti un settore con solo l’8,5% di aziende con questo profilo.

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