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Coronavirus, nel Dpcm quarantena a dieci giorni, ridotti i tamponi, stretta su mascherine e movida

Coronavirus, nel Dpcm quarantena a dieci giorni, ridotti i tamponi, stretta su mascherine e movida

Coronavirus, nel Dpcm quarantena a dieci giorni, ridotti i tamponi, stretta su mascherine e movida

La quarantena scende a dieci giorni, con alcune categorie di positivi che dovranno fare un unico tampone per uscire dall'isolamento, e arriva il via libera ai test rapidi per i contatti stretti. Mascherine da utilizzare se si passeggia ma non per fare jogging e footing. E stop a feste private e maggiori controlli sulla movida e aumento del ricorso allo smart working nella Pubblica amministrazione. Il Governo mette a punto le misure che confluiranno nel nuovo Dpcm confermando la linea più volte ribadita negli ultimi giorni dal premier Giuseppe Conte: non ci sarà un nuovo lockdown nazionale ma una serie di interventi "mirati e progressivi" per fermare la crescita dei contagi. Curva dei contagi stabile La curva dei contagi da coronavirus in Italia è stabile: dal bollettino di ieri del ministero della Salute emerge che i nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore sono stati 5.456, 268 meno del giorno precedente, ma con oltre ventottomila tamponi in meno. Il totale dei contagiati - compresi guariti e vittime - sale a 354.950. Leggermente in calo ma sostanzialmente stabile anche l'incremento delle vittime: 26 in un giorno mentre nel giorno precedente erano state 29. Il totale dall'inizio dell'emergenza è salito a 36.166. Boccia presiede la cabina di regia con le Regioni E il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia presiederà oggi la cabina di regia con le Regioni e gli enti locali per fare il punto con governatori e rappresentanti dei territori sulle misure che entreranno nel nuovo Dpcm. "Agiremo - ha anticipato Boccia - su assembramenti e orari dei locali e sugli sport dove non è possibile usare le mascherine e mantenere le distanze", ribadendo il divieto alle feste private. Il provvedimento dovrebbe inoltre prevedere l'ampliamento dello smart working fino al settanta per cento per ridurre non solo le occasioni di contatto ma anche gli spostamenti. Non c'è accordo su una possibile ulteriore limitazione della partecipazione del pubblico agli eventi sportivi e agli spettacoli aperti al pubblico in teatri, cinema e sale da concerto. Speranza, costretti a stringere le maglie Decisiva è stata la riunione di ieri del Comitato tecnico scientifico (Cts) con il ministro della Salute Roberto Speranza, seguita a quella di sabato tra i capidelegazione e il premier Giuseppe Conte. E i ministri coinvolti nelle nuove misure hanno cominciato a lavorare sulla messa a punto dei provvedimenti, che riguarderanno mascherine e movida ma anche trasporti pubblici e feste private e soprattutto una rimodulazione dello smart working. "Siamo costretti a stringere le maglie - ha confermato ieri a tarda sera il ministro della Salute Roberto Speranza - con interventi puntuali su alcune aree più a rischio per rimettere la curva sotto controllo e per non assumere misure più dure". Il pacchetto - da approvare entro giovedì 15 ottobre, data in cui scade l'attuale decreto in vigore - è stato esaminato dal Comitato tecnico scientifico in una riunione urgente convocata da Speranza per definire meglio gli interventi. A partire da come potenziare il sistema di testing visto che ormai da giorni si registrano in molte città difficoltà per l'effettuazione dei tamponi. Ridotti quarantena e tamponi Si è dunque deciso di abbassare il periodo di quarantena da due settimane a 10 giorni e i positivi, per uscire dall'isolamento, non avranno più bisogno del doppio tampone negativo ma ne basterà uno. Sarà una circolare del direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute Giovanni Rezza a chiarire le modalità. Diverse tipologie di contagiati Il Cts ha individuato quattro diverse tipologie di contagiati: i positivi asintomatici, i positivi sintomatici, i positivi asintomatici che non riescono a negativizzarsi e i contatti stretti. I primi dovranno osservare dieci giorni di quarantena, dalla diagnosi di positività, e poi sottoporsi a un tampone molecolare. Anche i sintomatici dovranno fare dieci giorni di isolamento, ma prima di sottoporsi all'unico tampone molecolare previsto dovranno aver passato almeno tre giorni senza sintomi. Per i contatti stretti, dopo dieci giorni di quarantena, sarà invece possibile effettuare il test rapido dai medici di base. Lo ha confermato anche il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri: entro una settimana saranno disponibili 5 milioni di test antigenici, "un certo numero dei quali sarà a disposizione dei medici di base" per questo tipo di diagnosi. L'ultima categoria sono i positivi che non riescono a negativizzarsi. Anche per loro, dieci giorni di quarantena e tampone molecolare, ma l'isolamento finirà in ogni caso dopo ventuno giorni poiché dopo quel lasso di tempo la carica virale è molto bassa. Il confronto con i Governatori L'unica cosa esclusa nelle riunioni è stata la possibilità di un lockdown totale, poi, tutte le ipotesi sono state esaminate: dal coprifuoco per i locali al divieto di vendita di alcolici dopo una certa ora, alla sosta off limits in piedi fuori dagli stessi bar e pub; dall'estensione del lavoro a casa alla riduzione della percentuale di passeggeri sui mezzi pubblici, allo stop agli spostamenti tra Regioni. E a questo proposito il dibattito tra Stato e Regioni non si spegne. Il governatore della Liguria Giovanni Toti è tornato a parlare dei rischi per l'economia derivanti da nuove chiusure. "I contagi crescono in tutta Italia ed è giusto pensare a misure - dice l'esponente di centrodestra da poco rieletto -, soprattutto in specifiche aree, per contenerli. Ma c'è un'altra cosa che non cresce: il Prodotto Interno Lordo. Siamo a meno dieci per cento". Negazionismi e aggressioni a poliziotti Certi discorsi, però, finiscono con l'alimentare le reazioni dei cosiddetti "negazionisti" (tra le persone sanzionate ci sono anche novanta partecipanti alle manifestazioni "no mask"): proprio in Liguria, a Savona, sabato sera due poliziotti sono stati aggrediti da un uomo che li ha presi a calci e pugni dopo che era stato fermato e invitato a indossare la mascherina. Gli agenti sono stati circondati da altre sei-sette persone minacciose e hanno dovuto sparare due colpi di pistola in aria come deterrente. 67 mila controlli, 471 sanzioni Il Viminale ha fornito ieri il report dei controlli del giorno precedente, sabato, nell'ambito delle misure per il contenimento del coronavirus. Sono state 67.028 le persone controllate dalle forze dell'ordine in tutt'Italia e le multe sono state 471. Ci sono stati anche sei denunciati per inosservanza del divieto di spostamento dalla propria abitazione perché in quarantena. Sono stati 7.648 gli esercizi e le attività commerciali controllati, con 28 titolari multati. In totale otto locali sono stati chiusi provvisoriamente, altri tre sono stati invece chiusi con "sanzione amministrativa accessoria". Arcuri, non ci sono condizioni per lockdown In ogni caso, come ha ribadito ieri in tv il commissario per l'emergenza Domenico Arcuri, "Non ci sono le condizioni per tornare al lockdown, ma c'è bisogno di farci carico tutti di un necessario incremento di responsabilità". Arcuri ha spiegato che "il 31 marzo c'erano in terapia intensiva 4.023 pazienti, ieri meno di quattrocento. E' il segno della risposta che il sistema ha dato rispetto all'epidemia". Le indagini e la percezione di paura La percezione dei cittadini è però di paura, perché si sentono accerchiati: come ha confermato un'indagine Coldiretti/Ixè, un italiano su dieci ha familiari o parenti che hanno contratto il virus o è stato addirittura colpito personalmente. Inoltre "il 12% degli italiani ha amici che sono stati contagiati e ben il 29% di conoscenti, a conferma della diffusione capillare del virus che è entrato nella sfera degli affetti delle famiglie". E ciò, sottolinea la Coldiretti, "ha fatto tornare i livelli di paura degli italiani sui valori di inizio maggio, con l'85% dei cittadini che si dichiara preoccupato o molto preoccupato dopo mesi di fiducia crescente". App Immuni, superati gli otto milioni "In realtà siamo a 8.14 milioni, ma è difficile rimanere al passo con tutti i cittadini che hanno deciso di proteggere i loro cari e il Paese scaricando Immuni". Lo si legge sul profilo twitter ufficiale della app, che pubblica una immagine in cui si indicano "otto milioni di download". Dpcm da oggi a mercoledì Il Governo, come detto, sta lavorando senza sosta a un Dpcm - che dovrebbe essere varato tra oggi e mercoledì - contenente nuove misure restrittive, a partire da quelle "antimovida", ritenute indispensabili a evitare che la situazione vada fuori controllo. Tra le misure ipotizzate c'è quella di chiudere i locali alle 24. Ristoratore palermitano, non ci penalizzerebbe "Non è necessariamente penalizzante" ha detto Franco Virga, titolare di quattro ristoranti a Palermo, mettendo però in guardia da un altro problema, ossia "il rischio psicosi del contagio che si può ingenerare", considerato "il maggior pericolo per gli imprenditori". Dal canto suo la ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha raccontato di aver compiuto un giro in alcuni bar di Milano, città nella quale è stata prefetto. "I tavolini - ha detto - erano molto ravvicinati, serve un senso di responsabilità anche da parte degli esercenti. E' una battaglia che dobbiamo vincere tutti insieme, anche i titolari devono prestare la giusta attenzione al rispetto delle regole". Sulle nuove norme documenti falsi Nel frattempo si rincorrono le voci sulle possibili misure del Governo e a questo proposito il Ministero della Salute ha messo in guardia da un falso documento che sta circolando in rete con il titolo "Proposte di nuove misure urgenti contenimento del contagio sull'intero territorio nazionale". Per jogging e bici non c'è obbligo mascherina Si va verso uno stop al calcetto, ma il Ministero dell'Interno è stato costretto a spiegare che chi fa jogging o footing - e per estensione chi va in bicicletta - non deve indossare la mascherina. Lo ha precisato dopo la circolare del capo di gabinetto Bruno Frattasi, in cui si spiegava che la mascherina va tenuta per l'attività motoria, ossia, "la mera passeggiata e non la corsa, anche quella svolta con finalità amatoriali, in quanto riconducibile ad attività sportiva".

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