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Messina al Papardo "Un donatore di plasma iperimmune può salvare tre vite"

Messina al Papardo "Un donatore di plasma iperimmune può salvare tre vite"

Messina al Papardo “Un donatore di plasma iperimmune può salvare tre vite”

di Eloisa Bucolo

Sono sempre più numerosi gli appelli con cui si chiede ai soggetti guariti dal Coronavirus di donare il plasma iperimmune. L'utilizzazione del plasma prelevato da donatori convalescenti dal Covid19 sta fornendo, infatti,  un significativo contributo alla cura di quei pazienti con sintomatologia particolarmente grave.

La Regione Siciliana ha aderito al progetto Tsunami promosso dall'Istituto Superiore di Sanità e dall' Aifa, individuando otto centri  di raccolta del plasma iperimmune.

Perchè è importante donare il plasma e quali sono i requisiti per donarlo?Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Roberta Fedele, Direttore del Centro di Medicina Trasfusionale  dell'Azienda Ospedaliera Papardo di Messina, uno degli otto centri autorizzati in Sicilia alla raccolta di plasma iperimmune.

"Abbiamo lanciato una campagna di sensibilizzazione  per invitare i cittadini a donare -  ha detto la dottoressa Fedele. "Le persone stanno rispondendo positivamente ai nostri appelli e già nelle prime 24h abbiamo ricevuto una cinquantina di contatti" .

Prosegue la direttrice: "La donazione di plasma con procedura aferetica, è sicura. L'esame ha una durata di circa 50 minuti e consiste nel prelevare circa 600 ml di plasma, che forniscono tre dosi terapeutiche per trattare pazienti affetti da Covid-19. Un donatore può quindi salvare fino a tre vite"- evidenzia la dottoressa.

 

A Messina è possibile rivolgersi al centro di Medicina Trasfusionale del Papardo scrivendo una mail a donatorisanguepapardo@aopapardo.it, oppure contattando i numeri di telefono dedicati 090 3993507, 090 3993803 o tramite il numero whatsapp 3341061707.

Precisa la direttrice del Centro Trasfusionale: "Non tutti i guariti dal covid possono donare il plasma iperimmune. Perchè abbia efficacia terapeutica è necessario che i donatori abbiano i requisiti indicati dai protocolli nazionali e un titolo di anticorpi neutralizzanti superiore a 1/160".
Aggiunge la dottoressa:"Di quelli che vengono a valutazione e che quindi posseggono tutti gli altri requisiti, non più del 20% ha un titolo così alto. Sono pochi quelli che riescono, quindi, a completare il percorso e arrivare alla donazione".

Da quanto detto, apprendiamo che per donare plasma iperimmune è necessario rientrare in determinati criteri:

  • avere tra i 18 e i 65 anni;
  • essere risultati positivi al Covid;
  • essere guariti da almeno 14 giorni, da accertare con doppio tampone negativo;
  • non presentare patologie autoimmuni, neoplastiche, infettive trasmissibili con la trasfusione;
  • titolo di anticorpi neutralizzanti > 1/160;
  • per le donne, non aver avuto gravidanze precedenti o aborti.

La dottoressa Fedele, rispetto ai requisiti elencati, ha chiarito che: "Nonostante le donne siano in generale ottime donatrici di plasma in aferesi, quindi per la produzione di plasma derivati come l'albumina e le immunoglobuline, qualora abbiano avuto gravidanze o aborti non possono donare il plasma iperimmune per uso clinico, poichè viene trasfuso ai pazienti così com'è. Da un punto di vista immunologico, potrebbero, infatti, avere sviluppato durante la gravidanza degli anticorpi che rischiano di generare problemi durante la  trasfusione ai paziente covid".  

In conclusione la dottoressa ha rivolto un invito a tutti i cittadini: "Chi è un donatore di sangue, di plasma, di piastrine continui a donare! Abbiamo in generale grande necessità di donatori, sia di plasma iperimmune che di donatori di sangue abituali ".

Per incoraggiare anche quei pazienti immotivatamente timorosi ha, infine, puntualizzato: "Non si corre alcun rischio di contagio nei centri trasfusionali che da sempre rispettano requisiti di sicurezza, obbligatori per legge ed hanno ingressi indipendenti rispetto alle strutture ospedaliere. Nella emergenza attuale stiamo, inoltre, lavorando per appuntamento e abbiamo predisposto percorsi ben definiti, come da indicazioni ricevute dal Centro Nazionale Sangue e dalla CIVIS, Coordinamento interassociativo dei volontari italiani del sangue.

Eloisa Bucolo

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