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Coronavirus, situazione sempre critica, oltre 17.500 casi in tutt'Italia

Coronavirus, situazione sempre critica, oltre 17.500 casi in tutt'Italia

Coronavirus, situazione sempre critica, oltre 17.500 casi in tutt’Italia

I numeri dell'epidemia in Italia fotografano una situazione critica e, pur con le consuete oscillazioni giornaliere, sostanzialmente ferma a un livello alto; anche l'indice di contagio Rt torna a salire dopo il progressivo calo che si registrava dal 22 ottobre scorso. I dati del ministero della Salute indicano che i casi positivi sono aumentati di 17.572 in 24 ore a fronte di 199.489 tamponi eseguiti, oltre 36.000 in più rispetto al giorno precedente. Il rapporto casi tamponi scende leggermente all'8,8% dal 9,1%. Nel saldo complessivo tra entrate e uscite, in 24 ore scende di 77 unità il numero dei ricoverati nelle unità di terapia intensiva, che complessivamente sono 2.926, a fronte di 191 ingressi. Diminuiscono di 445 unità i ricoverati nei reparti ordinari, per un totale di 26.897. Fra le regioni è ancora il Veneto a registrare il maggiore incremento di casi in 24 ore, con 3.817, seguito da Lombardia (2.994), Puglia (1.388) ed Emilia Romagna (1.238). Incrementi sostenuti, di oltre mille casi nell'arco di 24 ore, si registrano anche in Piemonte (1.215), Lazio (1.220) e Sicilia (1.065). "E' una situazione che resta critica", osserva il fisico Enzo Marinari, dell'Università Sapienza di Roma. "I decessi sono ancora molti e, se il numero dei contagiati non sta aumentando in modo statisticamente significativo, è anche vero che non diminuisce". Per l'esperto "sono i segni che siamo fermi a un livello alto e che le misure che sono in vigore attualmente sono in grado di non far esplodere la situazione, ma non riescono a ridurre la circolazione del virus". A preoccupare non è tanto l'aumento dei casi, considerando che sono circa 5.000 in più rispetto a una settimana fa, ma è l'alto numero dei decessi. E' invece "ancora positiva - secondo Marinari - la situazione delle terapie intensive, che non si stanno riempiendo". Senza dubbio, ci troviamo in "una situazione al limite, che non invoglia ad aperture. Le misure in vigore stanno tenendo le cose ferme in un equilibrio instabile e in un'interazione delicata fra regole e psicologia delle persone". Un sorvegliato speciale in questi giorni è l'indice di contagiosità Rt, che recentemente ha invertito la curva che lo ha visto scendere progressivamente dal 21 ottobre scorso e che adesso sta risalendo, si legge nell'analisi condotta dal fisico Giorgio Sestili, sul sito di comunicazione scientifica 'giorgiosestili.it', un network di ricercatori, professionisti ed esperti della comunicazione. Basata sui grafici della piattaforma CovidStat, a cura dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l'analisi indica che "Rt a livello nazionale è al di sotto del valore critico 1 dal 22 novembre", ma "da qualche giorno la decrescita è rallentata fino addirittura a terminare, e quello a cui si assiste è un'inversione della curva che accenna ad una risalita. Il valore di Rt registrato il 15 dicembre è infatti di 0,80, quello registrato il giorno prima era di 0,79". Un valore di Rt molto vicino a 1, prosegue Sestili, "significa che i casi restano costanti, ai livelli in cui si trovano attualmente. Vale a dire che continueremo a viaggiare su 12.00 -13.000 casi giornalieri". Secondo il fisico "per vedere i casi scendere serve un Rt confrontabile a quello di fine lockdown". il 14 maggio, per esempio, era dello 0,66, ma rispetto ad allora i casi in circolazione sono molti di più. "Basti pensare che quando c'è stata la riapertura, il 4 giugno, i casi positivi in Italia erano complessivamente 38.000, con un incremento giornaliero di 177; oggi i casi positivi totali sono più di 640.000 e quelli giornalieri oltre 17.000. "La situazione - rileva Sestili - è molto peggiore rispetto a quella che avevamo alla fine della prima ondata. Il punto è che adesso non siamo in lockdown e non riusciremo mai ad abbattere i contagi come abbiamo fatto a giugno. Questo fa pensare che la situazione è molto delicata: con tanto virus in circolazione basta un niente per far rialzare la curva".

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