Dopo anni di discussioni e rinvii, la riforma dei Consorzi di bonifica torna all’esame dell’Assemblea Regionale Siciliana, con un disegno di legge che punta a razionalizzare e semplificare la gestione delle risorse idriche in agricoltura. Tuttavia, il clima politico, le divergenze interne e la mancanza di fondi rischiano di trasformare anche questo tentativo in un nuovo impasse legislativo.
Cosa prevede il nuovo disegno di legge
Presentato il 30 giugno 2023 dall’ex assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, il testo riduce i Consorzi da 13 a 4, ridefinendoli sulla base delle fonti irrigue e non più secondo confini amministrativi. Approvato in Commissione Bilancio e Attività Produttive, il ddl è ora in aula, dove si scontra però con ostacoli politici e richieste di modifica sostanziali.
I commenti dei deputati regionali
Tiziano Spada (PD): “Manca la volontà politica e soprattutto i fondi”
In apertura dei lavori, il deputato del Partito Democratico Tiziano Spada ha dichiarato: "Temo che anche in questa legislatura non riusciremo ad arrivare a una vera riforma, perché servono risorse economiche e volontà politica per chiudere col passato".
Salvo Tomarchio (FI): “Si lavora in Commissione, poi in aula è una Caporetto”
Il deputato di Forza Italia Salvo Tomarchio ha confermato i limiti dell’iter: "Ogni legislatura affronta il tema, si discute, si lavora, si approva in Commissione… poi si blocca tutto in aula. È sempre lo stesso copione". Tomarchio ha appoggiato la proposta del collega dem Giovanni Burtone, che ha definito “ingiusto” il pagamento forfettario del canone idrico da parte degli agricoltori che non usano effettivamente l’acqua.
Giorgio Assenza (FdI): “Senza l’assessore all’Economia, discussione incompleta”
Il capogruppo di Fratelli d’Italia ha chiesto il rinvio della discussione, evidenziando l’assenza dell’assessore Alessandro Dagnino, essenziale per valutare la sostenibilità finanziaria della riforma.
Jose Marano (M5S): “Testo incompleto, fondi PNRR persi nella scorsa legislatura”
La deputata pentastellata Jose Marano ha attaccato la qualità della riforma, giudicandola “inadeguata” e priva di soluzioni per i problemi storici dei Consorzi: "Il governo Musumeci si è fatto bocciare 31 progetti su 31 nel PNRR. Anche oggi le criticità restano, e questa riforma non le risolve".
I nodi da sciogliere: lavoratori, poltrone e debiti
Al centro del dibattito anche la tutela dei lavoratori e la critica alla nomina continua di commissari “politici”. Spada ha definito tale prassi come uno “spreco di denaro pubblico”, mentre Marano ha denunciato i debiti milionari dei Consorzi e i ritardi nelle opere infrastrutturali.
Conclusioni: riforma fragile, aula divisa
Il clima in aula non fa ben sperare. Lo ha sintetizzato il deputato Mario Giambona (PD): "L’andamento del dibattito mi fa dubitare che riusciremo ad andare avanti. Forse non si arriverà neppure a votare". Nel frattempo, la discussione sulla riforma precede di poco l’avvio della variazione di bilancio ter, attesa con fermento da maggioranza e opposizione.
Mauro Seminara
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