Enable (“abilitare” i talenti), attract (attrarre), grow (far crescere), retain (trattenere), vocational and technical skills (competenze vocazionali e tecniche), global knowledge skills (competenze globali). Queste le voci considerate nel calcolo del Global Competitiveness Talent Index (Gtci), inaugurato nel 2013 e giunto quest’anno alla sua quarta edizione. Il lavoro è curato dalla Adecco, la più grande agenzia di risorse umane del mondo, con sede a Glattbrugg, nel Canton Zurigo in Svizzera. Questo indice riassume la capacità di attirare i talenti da parte dei 118 Paesi coinvolti quest’anno, mentre nel 2016 erano 109.
L’Italia è risalita di un posto, è in 40ma posizione contro la 41ma del 2016, ma permane la situazione della capacità di formare, cui si contrappone l’incapacità, invece, di attrarre nuovi talenti e professionisti.
L’avanzamento delle tecnologie, afferma il rapporto, distrugge posti di lavoro - nel mondo ci sono 200 milioni di disoccupati - e molte professioni sono a rischio, ma, allo stesso tempo stimola la crescita e quindi la creazione di nuove tipologie di lavoro. La nuova natura del lavoro richiede flessibilità, nel senso che non si può pensare di svolgere lo stesso lavoro per tutta la vita, la norma diventa la multi-carriera e fondamentale è la collaborazione e la cocreazione.
La ricerca focalizza la necessità che le città siano i magneti dei talenti, come? Combinando alta qualità di vita e opportunità di carriere internazionali, attraverso politiche del lavoro che combinano flessibilità e protezione sociale. Nel mondo sono state individuate 46 città capaci di questo, tra cui al 26mo posto Bologna, al 31mo Milano e al 35mo Torino, tutte città del Nord Italia. Nessuna città del Centro e ancor meno del Sud Italia. Se non sorprende che i primi cinque posti siano occupati da Copenhagen, Zurigo, Helsinki, San Francisco, Gothenburg, non si può fare a meno di notare che Madrid e Parigi sono rispettivamente al sesto e settimo posto precedendo la stessa Los Angeles all’ottavo.
Cosa dovrebbe fare l’Italia? La ricerca fornisce dei suggerimenti chiari: riformare il sistema educativo verso progetti di apprendimento basati su esperienze lavorative e sviluppare le alleanze tra pubblico e privato e attivare relazioni governative tese a creare nuovi posti di lavoro.
Lucia Russo
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