In Sicilia si continua a morire sul posto di lavoro. L’ultimo tragico episodio che si è consumato nelle scorse ore e che ha visto come sfortunato protagonista un operaio 37enne che ha perso la vita alla Zona Industriale del capoluogo etneo ha richiamato nuovamente sul tema della sicurezza dei lavoratori.

Un argomento ripreso dall’Ugl etnea, la quale ha esortato la classe politica locale a trovare soluzioni drastiche e definitive per fermare quella che sta diventando una vera e propria “mattanza”.

Morti sul lavoro, Sicilia in “zona arancione”

Soltanto un mese fa, ricorda il sindacato, si era verificata una situazione simile con la morte di un altro operaio di 61enne scomparso a Paternò. E, ancora prima, la triste vicenda del Forestale originario di Randazzo deceduto in contrada Carbonara.

A destare ulteriore preoccupazione è il dato diffuso venerdì 29 luglio dall’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering che inserisce la Sicilia in “zona arancione” per quanto riguarda l’incidenza degli infortuni mortali in Italia in relazione al numero di occupati.

Catania prima città della Sicilia per morti sul lavoro

La prima provincia dell’Isola per numero di casi di morte sul lavoro nel 2022 risulta essere proprio quella di Catania.

L’area etnea si posiziona al 15esimo posto tra i capoluoghi di provincia del Paese con 7 decessi totali e un indice del 25,3 sui soggetti occupati. A livello nazionale, Roma si piazza al primo posto con 18 morti, seguita da Milano con 15 e Brescia con 13

Morti sul lavoro, le altre province della Sicilia

La seconda provincia siciliana, secondo il report, è Palermo (40esima) con 3 morti bianche. Il “podio” è conquistato da Siracusa (45esima) sempre con 3 decessi, seguita da Trapani (46esima) ancora con lo stesso numero di infortuni mortali.

Per quanto riguarda le altre province siciliane, Caltanissetta è la 51esima provincia d’Italia per decessi sul posto di lavoro (2). Si segnalano poi Agrigento (66esima), Enna (72esima), Messina (77esima) e Ragusa (84esima), tutte quante con 1 decesso.