E' morto
Biagio Conte. Il
59enne missionario laico, che da mesi combatteva con sofferenza e coraggio contro un tumore al colon,
si è spento questa mattina alle 7 al primo piano di una casetta di via Decollati, all’interno della
Cittadella del povero e della speranza.
Tante persone hanno pregato per lui,
da tutta la Sicilia e anche oltre. Proprio perché Biagio Conte era conosciuto in tutto il mondo. Attorno a lui si sono stretti fino all'ultimo i volontari e gli ospiti della comunità che aveva fondato e anche l'arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice che una volta appresa la notizia della morte si è recato in via Decollati.
Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, ha proclamato il lutto cittadino e le bandiere di Palazzo delle Aquile da stamani sono a mezz'asta.
La storia di Biagio Conte
Un uomo, figlio di imprenditori edili, che
a 26 anni aveva rinunciato a tutto per aiutare gli ultimi, i più poveri e bisognosi. Nei giorni scorsi, stavano arrivando
timidi segnali di ripresa, con il missionario che, seppur a fatica, aveva ripreso a bere e mangiare. Poi, però, il nuovo peggioramento, sino alla
morte e al ricongiungimento con
Dio.
Adesso
, Biagio Conte non c'è più, ma continuerà a vivere in chi lo ha seguito e lo ha aiutato a portare avanti il suo grande progetto di
pace,
fratellanza e
solidarietà.
Per certi versi la sua breve esistenza, conclusasi a soli 59 anni nella pienezza della Fede e della Carità, si potrebbe paragonare a quella di San Francesco, per le origini familiari agiate e per la scelta di vivere fin da giovane il proprio travaglio spirituale in eremitaggio, dedicandosi all'assistenza dei bisognosi. Un'altra singolare analogia è quella con Santa Teresa di Calcutta, che dopo avere aperto missioni in tutto il terzo mondo, fondò anche a Palermo una casa dell'accoglienza delle Missionarie della carità.
Rientrato in Sicilia dalla Toscana, dove si era recato a piedi in pellegrinaggio ad Assisi, per salutare i genitori prima di partire come missionario per l'Africa, Biagio Conte rimase impressionato dalla situazione di degrado di alcuni quartieri di Palermo e decise di intraprendere la missione assistenziale nella propria città. Da lì iniziò il suo lungo percorso in aiuto di disoccupati e senzatetto che vivono di stenti. A cominciare da quelli della Stazione di Palermo Centrale. La sua scomparsa lascia un profondo vuoto a Palermo e in Sicilia, ma anche una profonda eredità universale e un forte messaggio di fratellanza e solidarietà cristiana.
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