In Italia continua a crescere la povertà energetica, seppur di poco: il fenomeno riguarda l`8,8% delle famiglie a livello nazionale (oltre 2,3 milioni di famiglie), con un incremento annuo dello 0,1%. Lo riporta l’Osservatorio Italiano sulla Povertà Energetica (Oipe), sulla base degli ultimi dati forniti dall'Enea.
Le elaborazioni effettuate da ENEA su dati Istat per il Rapporto Annuale sull'Efficienza Energetica 2020 e per il Rapporto OIPE, evidenziano che a maggior rischio sono prevalentemente i residenti nelle regioni del Sud d'Italia, con particolare riferimento a Campania, Calabria e Sicilia dove, al 2018, risultava in povertà energetica tra il 13% e il 22% della popolazione, un dato ben più elevato rispetto all'8,8% nazionale.
Maggiori tassi di povertà energetica si riscontrano anche tra le famiglie in cui il componente di riferimento è relativamente giovane.
Nel 2018, la classe di età con incidenza più elevata è "fino a 35 anni", indipendentemente dal fatto che il componente di riferimento risulti uomo o donna. In questi casi la povertà energetica sfiora l'11%. Per fasce d’età superiori a 51 anni, le percentuali sono al di sotto del dato medio nazionale.
Nel confronto tra i sessi, emerge una condizione di svantaggio per le famiglie guidate da donne di età compresa tra i 51 e i 70 anni.
Ma se nelle famiglie con a capo uomini oltre i 51 anni e con due-quattro componenti le percentuali di povertà energetica variano tra il 7% e l'8%, laddove il capofamiglia è una donna di pari età, la percentuale sale al 10%-13%.
A contrastare questo fenomeno gli strumenti di incentivazione che promuovono l'efficienza energetica nel settore residenziale e, in particolare, le detrazioni fiscali per la riqualificazione degli immobili (Ecobonus e Superbonus 110%) e il Conto Termico. Un ulteriore impulso è atteso dal Recovery Plan, previsti circa 30 miliardi di euro in progetti di efficienza energetica e riqualificazione degli edifici.
(askanews)
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