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BonuSicilia, fondi a tutti dopo il flop del click-day, e le imprese si dividono

BonuSicilia, fondi a tutti dopo il flop del click-day, e le imprese si dividono

BonuSicilia, fondi a tutti dopo il flop del click-day, e le imprese si dividono

di Liliana Rosano

PALERMO - Una falsa partenza che si è rivelata anche un disastro, in uno dei giorni più tristi della storia della pubblica amministrazione siciliana.
Parliamo del click day, l’appello al quale erano chiamate le microimprese siciliane lo scorso 5 ottobre per accedere fino a un massimo di 35 mila euro attraverso un click sul sito della Regione.

Marcia indietro, poi, della stessa Regione siciliana che, in conferenza stampa, ha annunciato di voler annullare il metodo informatico del click day e di procedere all’assegnazione delle risorse alle oltre 55mila aziende che risultano iscritte al momento nella piattaforma Tim.

Immediate le reazioni del mondo politico e soprattutto del mondo imprenditoriale.
Non usano mezzi termini Sicindustria, Confindustria Catania e Confindustria Siracusa: “è una vergogna”.
“Una prebenda da 2.235 euro a testa. È questo il ‘ristoro’ che la Regione siciliana vorrebbe garantire alle imprese siciliane messe al tappeto dalla pandemia, dopo il flop del click day”- si legge nel loro comunicato ufficiale.

Nel frattempo, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha annunciato di aver dato mandato all’’ufficio legale della Regione per verificare se esistono le condizioni per procedere con la rescissione del contratto nei confronti della Tim Spa, la società erogatrice dei servizi, congiuntamente con la richiesta di risarcimento danni.

“Se le imprese devono essere prese in giro in questo modo – affermano Alessandro Albanese, vicepresidente vicario di Sicindustria, Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania e Diego Bivona, presidente di Confindustria Siracusa – suggeriamo allora al governo di prendere gli elenchi dalle camere di commercio e distribuire i fondi a pioggia, dal momento che non c’è evidentemente alcun interesse nei confronti della qualità dei progetti e delle ricadute che questi avrebbero sul tessuto imprenditoriale. Continuiamo a ripetere ciò che diciamo da mesi: il click day è una aberrazione del merito e, per chi fa impresa, rappresenta un calvario”.

E il click day divide anche il mondo delle imprese che sembrano reagire diversamente alla questione.
“Cancellare il click day per il Bonus Sicilia, come avevamo suggerito, è stata la soluzione migliore - commenta Ruvolo, presidente di Confimprenditori. La gara a chi era più veloce, infatti, è un metodo barbaro e iniquo. A questo punto crediamo sia opportuno distribuire i 125 milioni di aiuti a fondo perduto che sono a disposizione per le microimprese chiuse durante il lockdown in modo equo, in parti uguali per ciascuna di esse. Meglio di meno a tutti, ma secondo un criterio di giustizia, che scatenare la corsa selvaggia a chi è più veloce, fomentando irritazione e scontento. Chiediamo inoltre a gran voce che siano ammesse agli aiuti anche le imprese che sono rimaste escluse perché non avevano il Durc in regola. Quello che sarà necessario, successivamente, è aumentare la dotazione di tale fondo e mettersi seduti ad un tavolo per costruire insieme, tra imprenditori, parti sociali e Regione Sicilia, un percorso che faciliti la sopravvivenza delle imprese e quindi dell’economia in questo momento drammatico”.

Non si fanno attendere le reazioni del mondo politico siciliano che condanna il disastro dell’amministrazione regionale.
“Il click day era uno specchietto per le allodole già dal suo concepimento, perché creava illusioni, come d'altronde ha creato illusioni il Governo Musumeci ai Comuni della Sicilia, quando il 28 marzo scorso ha annunciato in pompa magna 100 milioni di euro in aiuti alimentari e ad oggi ne ha erogati soltanto 30 milioni- afferma Cateno De Luca, sindaco di Messina.
Dura anche la deputata Marianna Caronia, per la quale “la politica, anziché fare il clickday, avrebbe dovuto assumersi la responsabilità di fissare criteri equi e trasparenti per assegnare le somme e di organizzare gli uffici per una veloce analisi delle domande.
Adesso si rispetti almeno quanto è stato inserito nella legge finanziaria su mia proposta, affinché tutti i contributi per le aziende siano erogati entro 10 giorni dalla presentazione delle domande”.

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