"Non c'è più tempo. Ci state spegnendo": con questo slogan disperato è partita venerdì scorso su Instagram la campagna social nazionale ideata dalla wedding planner sassarese Elisa Mocci assieme alle colleghe Lucia Boriosi e Manuela Speroni, per richiamare l'attenzione sulla filiera dei matrimoni, ferma da un anno a causa della pandemia di Covid-19. Una sorta di 'ultima chiamata' per ricevere risposte dal governo e poter programmare la stagione 2021.
La campagna social ha generato migliaia di condivisioni diventando virale con l'hashtag #savetheweddingindustry. Nel profilo di Elisa Mocci, tra le wedding planner più conosciute al mondo, da tre giorni non vengono pubblicate le suggestive foto dei suoi lussuosi matrimoni ma le immagini e i video della campagna di sensibilizzazione così come nei profili delle altre due ideatrici dell'iniziativa e dei colleghi di tutta Italia, dei ristoratori, dei fioristi e di tutti i fornitori del settore matrimonio. Un'invasione digitale per provare a farsi ascoltare ora.
L'intero settore genera un volume di affari stimato in 65,5 miliardi di euro, per un impatto diretto sul Pil di 36,2 miliardi, e impiega 570 mila addetti.
"In altri Paesi i matrimoni sono ripartiti con delle linee guida", prosegue la wedding planner, "qui riceviamo solo silenzio".
L'industria dei matrimoni con l'epidemia Covid-19 è stata bloccata per tutto il 2020 con perdite pesantissime di fatturato, stimate a oltre l'80%, e conseguente ricaduta sul piano occupazionale. La campagna ideata dalle tre imprenditrici si è conclusa domenica a mezzanotte con un appello: "Ora è il tempo delle risposte".
Pochi si sposano sotto pandemia e senza linee guida nazionali, entro marzo potrebbe andare in fumo un business da 65 miliardi l'anno, avvertono gli operatori.
(AGI)
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