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Settore agrumicolo in Sicilia: la crisi tra siccità e cambiamenti climatici

Settore agrumicolo in Sicilia: la crisi tra siccità e cambiamenti climatici

Settore agrumicolo in Sicilia: la crisi tra siccità e cambiamenti climatici

La raccolta degli agrumi in Sicilia si svolge in un contesto segnato dalla siccità e dai cambiamenti climatici. Rosario Marchese Ragona, presidente di Confagricoltura Sicilia, traccia un quadro preoccupante della situazione, evidenziando cali significativi di produzione e difficoltà crescenti per gli agricoltori.

Produzione dimezzata e piccoli frutti

Secondo Marchese Ragona, la produzione agrumicola in Sicilia ha registrato un calo di almeno il 50%, con frutti di piccola pezzatura a causa delle alte temperature e della mancanza di acqua durante l’estate. Nonostante il buon livello qualitativo, con un elevato grado Brix, molti prodotti risultano non commerciabili proprio per le dimensioni ridotte. Inoltre, i costi di produzione sono aumentati, aggravati dalle spese per l’irrigazione, come carburante ed energia elettrica. "Anche se i prezzi di mercato sono favorevoli, non riescono a compensare le perdite causate dalla ridotta quantità di prodotto disponibile", sottolinea.

I cambiamenti climatici aggravano la crisi

Il presidente di Confagricoltura Sicilia evidenzia come i cambiamenti climatici continuino a rappresentare una minaccia per il settore agricolo. Le piogge recenti, sebbene attese, hanno provocato danni piuttosto che benefici. "L'acqua, caduta in maniera violenta, non viene assorbita dai terreni né raccolta nei bacini, a causa della mancata manutenzione degli alvei fluviali e delle dighe non collaudate. Questo provoca inondazioni come quelle avvenute a Licata, mentre in estate manca l'acqua necessaria per le coltivazioni". Marchese Ragona descrive un panorama desolante, con agrumeti tagliati per salvare gli impianti più giovani, un segnale preoccupante di desertificazione e impoverimento delle campagne.

Le richieste degli agricoltori

Per fronteggiare l’emergenza, gli agricoltori chiedono interventi strutturali e sostegno economico immediato. Tra le priorità indicate ci sono:

  1. Raccolta e gestione delle acque piovane: è necessario migliorare la capacità di invasamento e collaudo delle dighe, oltre a prevenire la dispersione dell’acqua attraverso una manutenzione più efficace.
  2. Modernizzazione delle infrastrutture idriche: condutture obsolete e malfunzionanti devono essere aggiornate per evitare la perdita di acqua preziosa.
  3. Sostegno finanziario diretto: l’adozione di misure straordinarie, come il ritiro anticipato del prodotto invendibile, permetterebbe agli agricoltori di ottenere liquidità immediata.

Marchese Ragona riconosce lo sforzo della Regione Siciliana con il bando 51, che consente alle aziende di dotarsi di bacini idrici per l’emergenza. Tuttavia, invita a intensificare gli interventi pubblici, sia a livello regionale che nazionale, per arginare una crisi che rischia di compromettere il futuro dell’agrumicoltura siciliana.

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