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Crisi, adesso la palla passa all'arbitro Sergio Mattarella

Crisi, adesso la palla passa all'arbitro Sergio Mattarella

Crisi, adesso la palla passa all’arbitro Sergio Mattarella

"Ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza". Dopo aver incassato ieri sera una fiducia risicata (156 voti) al Senato, il premier Giuseppe Conte, se può dire di aver vinto la sfida con Matteo Renzi, ha però adesso da superare lo scoglio più grosso: rendere appunto solida la sua maggioranza, come ha scritto su un tweet appena uscito, ieri a tarda sera, da Palazzo Madama. E stamattina è prevista, nel Palazzo Chigi, proprio una riunione di maggioranza per fare il punto della situazione e poi salire al Quirinale per riferire al presidente della Repubblica Sergio Mattarella le sue valutazioni su quella che è stata definita la "maratona parlamentare" degli ultimi due giorni e per presentare le proprie proposte al Capo dello Stato. E' Mattarella, adesso, l'arbitro della situazione. Il Presidente aveva visto Conte nel Quirinale mercoledì e giovedì della scorsa settimana dopo le dimissioni delle ministro e del sottosegretario di Italia viva, invitandolo a chiarire in fretta la situazione all'interno della maggioranza e nei due rami del Parlamento. E' presumibile che la strada per individuare una maggioranza che dia solidità al Governo, che deve affrontare la drammatica crisi sanitaria, economica e sociale causata dalla pandemia presentando all'Europa un progetto per il Recovery plan che, pur utilizzando le indicazioni a volte controverse delle Regioni, sia concreto, rigoroso ed efficace, consentendo così di non disperdere le risorse messe a disposizione da Bruxelles. Perché Matteo Renzi ha sì perso la sfida con Conte, ma è ben consapevole del fatto che i giochi non sono ancora fatti: "Non hanno i numeri, non sarà game over per il Governo ma se continuano così sarà game over per il Paese" ha detto ieri sera, annunciando che Iv starà all'opposizione visto che il Premier "non ci vuole con sé". Ma certamente ha impressionato che Conte, anche al Senato e sia pur per una manciata di voti, ce l'abbia fatta. Ieri sera, nel suo lumghissimo intervento a Palazzo Madama, il capo della Lega Matteo Salvini aveva cantato troppo presto vittoria, tra insulti e spacconerie, arrivando persino a innescare una polemica con i senatori a vita e tornando ancora a cercare di appropriarsi di un simbolo di legalità come il giudice Paolo Borsellino dopo la chiara reazione espressa dal fratello del magistrato: "Mi fa vomitare". Certo che Salvini di motivi di risentimento nei confronti di Conte - che nel corso dell'intervento il capo della Lega ha sempre chiamato soltanto "avvocato", probabilmente per sottolineare che, dopo la votazione, non sarebbe stato più presidente del Consiglio - ne ha eccome: Renzi non è l'unico Matteo fatto fuori dal Premier. E difatti un passaggio del suo intervento ha riguardato proprio il "vecchio" Conte, che, a sentire Salvini, condivideva la sua furia contro i migranti. Ma, al netto di risentimenti e polemiche, la questione da affrontare al termine della maratona parlamentare è, ancora una volta, matematica: si tratta di tirare le somme sui numeri emersi nelle votazioni sulla fiducia di Camera e Senato e che consegnano al Governo Conte una maggioranza che è sì assoluta per Montecitorio, ma piuttosto precaria per Palazzo Madama dopo che Iv si è sfilato dalla coalizione senza essere sostituito da un altro gruppo, ma ricevendo il consenso di alcuni "responsabili", tre dei quali sarebbero ormai ex di Forza Italia, a giudicare dalle reazioni di Tajani. "Chiederemo - ha detto l'esponente forzista - un incontro con il Presidente della Repubblica per valutare la situazione che si è venuta a creare: dobbiamo affrontare la pandemia sia sul fronte sanitario, sia su quello economico, preparando il progetto per il Recovery. Siamo pronti a dare tutto il nostro sostegno per risolvere i problemi degli italiani e voteremo lo scostamento di bilancio, per il quale siamo indispensabili, e il decreto ristori, ma questo non significa che sosterremo il governo". Anche Giorgia Meloni, che ha detto di aver sentito Berlusconi e Salvini, è dell'idea di "andare a trovare il Presidente della Repubblica, per chiedere a lui come intenda affrontare i prossimi giorni e le prossime settimane: l'unica cosa che non si può fare e fare finta che vada tutto bene". L'arbitro, insomma, come detto, sarà Mattarella - tra l'altro nel suo ultimo anno di mandato - al quale il Premier dovrà di indicare come e in quali tempi intenda portare avanti il suo Governo e su quale maggioranza l'Esecutivo potrà contare. Non ci sarà, ovviamente, nulla di immediato: la votazione parlamentare ha avuto l'effetto di "congelare" temporaneamente la situazione ed è presumibile che verranno adesso avviati colloqui per giungere a soluzioni più stabili, altrimenti sarebbe inevitabile sciogliere le Camere e tornare alle urne, con tutte le conseguenze del caso visto che il Paese sta affrontando una pandemia. In molti sono però certi che Sergio Mattarella, con la sua esperienza e la sua pazienza, saprà ancora una volta fare il bene dell'Italia e degli Italiani.

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