fbpx

Per il sindaco Orlando l’ultimo anno sarà tutto in salita

Per il sindaco Orlando l’ultimo anno sarà tutto in salita

Per il sindaco Orlando l’ultimo anno sarà tutto in salita

PALERMO - È andata come doveva andare, con Italia Viva che è uscita dalla maggioranza chiedendo al sindaco Leoluca Orlando di azzerare la Giunta e di varare un nuovo esecutivo sul modello Draghi e con il Professore che ha risposto picche e si prepara ad affrontare l’ultimo anno di sindacatura con un Governo di minoranza.

È stato un fine settimana da resa dei conti a Palazzo delle Aquile. Sabato il sindaco ha convocato una Giunta politica con l’esclusione dei renziani Leopoldo Piampiano e Toni Costumati (che lunedì hanno certificato l’addio) e poche ore dopo i capigruppo di Italia Viva e Italia Viva-Sicilia Futura, Dario Chinnici e Gianluca Inzerillo, hanno comunicato la decisione del partito di staccare la spina, mettendo fine alla coalizione che ha portato alla vittoria delle elezioni comunali del 2017.

“Questa Amministrazione comunale – hanno scritto i rappresentanti di Iv in una nota - ha bisogno di una scossa, di un’idea di futuro. Ora o mai più. Crediamo sia il momento che il sindaco Orlando azzeri l’attuale Giunta di governo e dia vita a una squadra nuova in cui tutte le forze politiche e sociali indossino la maglia rosanero. Faccia un appello a tutti e verifichi chi sarà disponibile a dare una mano. Una squadra della città con un progetto chiaro: non il dopo-Orlando ma il dopo-Covid, il futuro di Palermo. Una squadra che coinvolga tutte le forze politiche in Consiglio comunale e la società intera. Una squadra che sia riconosciuta per competenza e non per appartenenza, che sia dei migliori, che sia quella in cui tutte le palermitane e i palermitani possano fare il tifo”.

“Il sindaco Orlando - hanno aggiunto Chinnici e Inzerillo - ha una grande responsabilità, sta a lui decidere se aprire una stagione nuova, se essere il Draghi di Palermo, e traghettare la città verso il futuro o, ma noi non ci saremo, rimanere ancorato a schemi del passato. Italia Viva, a Roma e a Palermo, c’è solo se da oggi tutti quanti ci si impegna per costruire la massima unità politica al Comune, su un cronoprogramma di cose concrete da fare per uscire dall’emergenza sanitaria ed economica, e su una nuova squadra che sia all’altezza delle sfide di domani. Noi abbiamo a cuore Palermo, il resto non ci interessa”.

Pur non essendoci alcun riferimento esplicito alla Lega, è proprio contro l’ipotesi di un’alleanza con il partito di Matteo Salvini che gli assessori ancora fedeli a Orlando hanno puntato il dito in un comunicato congiunto: “Chi propone l’alleanza con la Lega - hanno detto il vice sindaco Fabio Giambrone e gli assessori Giusto Catania, Vincenzo Di Dio, Giovanna Marano, Sergio Marino, Giuseppe Mattina, Paolo Petralia Camassa, Maria Prestigiacomo, Mario Zito - sconfessa la storia della città, il suo percorso consolidato negli ultimi anni. I diritti delle persone, soprattutto in tempo di pandemia, hanno bisogno di maggiore cura e attenzione e, pertanto, reputiamo irricevibile qualsiasi ipotesi di governo cittadino con Salvini. La bandiera della città sventola sul ponte di Mediterranea e su tutte le navi che hanno salvato vite umana nel mar Mediterraneo e, per queste ragioni, la Lega al governo di Palermo è una proposta che ha il sapore della provocazione”.

Concetti ribaditi da Orlando durante una videoconferenza convocata in tutta fretta domenica mattina: “La bocciatura del Piano triennale da parte di Italia viva è un atto irresponsabile e la successiva richiesta di alleanza con la Lega è una provocazione che rispedisco al mittente”.

Il sindaco ha poi tirato in ballo anche la bocciatura del Bilancio consolidato - ma in quel caso le responsabilità di Italia viva sono relative, dato che anche in altri gruppi della maggioranza si sono registrate assenze al momento del voto – mentre per il Piano triennale i tecnici e la Ragioneria hanno comunque spiegato in Aula virtuale che non ci dovrebbero essere particolari conseguenze trattandosi di una delibera ormai “scaduta”.

“Non so a cosa gli uffici si riferissero – ha detto il sindaco - forse ad altre fattispecie, ma le conseguenze della bocciatura di questi atti sono enormi, come il blocco dell’aumento delle ore per i precari e lo stallo di centinaia di milioni di investimenti e di migliaia di posti di lavoro. Le due delibere saranno riproposte”.

Fino a domenica Orlando non aveva ancora ritirato le deleghe ai due assessori renziani e l’unico a pagare era stato il presidente della Rap Giuseppe Norata, mentre al momento è rimasto in sella Michele Cimino all’Amat. Lunedì, però, Palazzo delle Aquile ha ufficializzato in una nota l’addio di Costumati e Piampiano.

Il primo cittadino, infine, se l’è presa anche con il suo omonimo, il presidente del Consiglio comunale Salvatore Orlando, di recente passato a Iv: “Da alcuni mesi – ha affermato - si registra in Consiglio comunale una situazione di stato confusionale e si assiste, in un’Aula dalle dinamiche impazzite, a incredibili bocciature dei provvedimenti dell’amministrazione e a centinaia di delibere ferme. È un dato di fatto che negli ultimi tempi ci sia stata una gestione nervosa da parte di chi guida il Consiglio comunale, che è diventato un luogo per processare i dirigenti e gli assessori. È una mortificazione per tutto il Consiglio comunale continuare a tenere in piedi una finta maggioranza, è un’operazione che la città non merita. Meglio un governo di minoranza allora, chi esce dalla maggioranza si assuma la responsabilità di aver tradito la coalizione”.

Dopo lo strappo con gli alleati, il primo cittadino ha delineato il percorso amministrativo
“Avanti assumendomi le mie responsabilità”. Porta chiusa a ogni compromesso

PALERMO – “Chiedendomi di allargare la maggioranza a Salvini, Italia viva ha buttato giù la maschera. È stata una proposta per me offensiva, provocatoria. Ora vado avanti assumendomi le mie responsabilità, se devo cadere lo farò in piedi, non per compromessi. Iv ha fallito ogni operazione: sono nervosi e non potevo permettere di fare pagare questo prezzo alla mia città”. Così Leoluca Orlando si è espresso nella giornata di ieri, commentando la crisi all’interno dell’Amministrazione nel corso di un’intervista concessa all’Ansa.

“Dopo una settimana di nervosismo – ha aggiunto - di delibere dell’Amministrazione non trattate o bocciate con i voti di Italia viva si era creata una crisi amministrativa che non consentiva più indugi. È chiaro che si voleva azzoppare il cambiamento. Ci sono stati comportamenti irresponsabili con un grave danno per la città, ecco perché ho deciso di fare chiarezza. Adesso ci sono due organismi: la Giunta e il Consiglio. Faccio appello affinché tutti s’impegnino al massimo: se ci saranno delibere che non piacciono si presentino pure emendamenti per modificarle, ma smettiamola di bloccare tutto. Basta con i Consigli trasformati in processi ai dirigenti comunali”.

Il sindaco non ha risparmiato nessuno e ha nuovamente tirato in ballo il presidente del Consiglio comunale, Totò Orlando (ormai in quota Iv, ndr). “È stato bocciato il Piano triennale per le Opere pubbliche – ha affermato il sindaco - senza portare un emendamento correttivo o modificativo. Il presidente del Consiglio comunale ha convocato l’Aula senza avvertire nessuno, mettendo ai voti il Piano nonostante la richiesta di sospensione, per potere trovare accordi. Così facendo è stato bloccato un lungo elenco di opere: 242 milioni per la riqualificazione, 90 mln per il centro storico, 58 mln per le periferie, 20 mln di fondi Fesr, 45 mln per i parcheggi e tanti altri interventi”.

“C’è un lungo elenco di delibere – ha concluso - ferme all’ordine del giorno. Riguardano i centri commerciali naturali, l’uso dei beni comuni, la gestione die beni sequestrati e confiscati alla mafia, botteghe e mercato storici. È stata bocciata la delibera per la sospensione delle sanzioni agli operatori economici”.

“Sosterrò progetti e visioni per il cambiamento della città”

Nel corso dell’intervista rilasciata ad Ansa il sindaco Leoluca Orlando ha anche parlato degli scenari nazionali e del futuro del Partito democratico. “Con la segreteria Letta – ha affermato il primo cittadino - il Pd deve e può diventare il partito di riferimento per la difesa dei diritti. Per il dopo-Draghi, serve creare un campo largo per avere il massimo consenso: Pd, la sinistra, i movimenti civici e il M5s se ci sta. Al tempo stesso bisogna fare appello agli elettori che non possono appiattirsi sulle posizioni di Salvini”.

Infine, sul proprio avvenire politico, Orlando ha le idee ben chiare. “Io stanco? Mai. La sera non ho sonno, faccio il sindaco 25 ore al giorno. A qualcuno questo dà fastidio. Rispondo a tutti per il bene della mia città. Fintanto che non cadrò, continuerò il mio impegno politico in coerenza con la mia storia. Certamente alle prossime elezioni sarò impegnato a sostegno di chi condividerà progetti e visioni per proseguire il cambiamento della città, che dal 2012 è sotto gli occhi di tutti”.

Gaspare Ingargiola

risuser

Lascia una risposta

Chiusi
Chiusi

Inserisci il tuo username o il tuo indirizzo email. Riceverai via email un link per creare una nuova password.

Chiusi

Chiusi