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Gregoretti, l'imputato Matteo Salvini e l'invasione di Catania

Gregoretti, l'imputato Matteo Salvini e l'invasione di Catania

Gregoretti, l’imputato Matteo Salvini e l’invasione di Catania

Sabato prossimo, tre ottobre, a Catania, Matteo Salvini comparirà davanti a un giudice, per l'udienza preliminare sul caso Gregoretti. Il capo della Lega Nord è accusato di sequestro di persona. Da ministro degli Interni, dal 27 al 31 luglio del 2019, bloccò lo sbarco di 131 immigrati a bordo del pattugliatore della Guardia costiera italiana e il Tribunale dei Ministri chiese al Senato l'autorizzazione a procedere per le accuse di sequestro di persona e abuso d'ufficio. Palazzo Madama approvò l'autorizzazione a procedere e mandò Salvini davanti al Giudice per le udienze preliminari di Catania. "Non mi sento vittima della Giustizia - ha detto Salvini in un comizio, cambiando versione rispetto a quanto precedentemente da lui affermato - parlo a testa alta, perché penso di aver servito il mio Paese, facendo un mio preciso dovere: la lotta al traffico di essere umani. Vado lì tranquillo. Comparirò come imputato, a nome vostro". Dopo aver preparato il terreno con la campagna "processate anche me", con spille, magliette e battage social, la Lega Nord si avvicina all'udienza invadendo la città di Catania. Da giovedì a sabato sono previste infatti varie iniziative sul tema: "Gli italiani scelgono la libertà". Ovviamente gli esponenti del Carroccio intendono la libertà di Salvini. Il clou delle manifestazioni è previsto proprio sabato, quando la Lega Nord, battezzerà - bontà sua - "Catania capitale europea della libertà". Tutti i parlamentari e i pezzi grossi del partito sono convocati. "Ci saranno tre giorni di dibattiti in luoghi aperti alla cittadinanza - ha spiegato Salvini - su ambiente, scuola, lavoro, lotta alla mafia e precariato. Noi parliamo di libertà". La tesi difensiva degli avvocati del capo della Lega Nord è rimasta la stessa: "Non è normale - dice Salvini - rischiare quindici anni di carcere per aver rallentato di quattro giorni lo sbarco di migranti in attesa che Francia, Germania e Lussemburgo si facessero carico di una parte di questi clandestini: passare per fesso non mi sembrava dignitoso". Da tempo Salvini mette le mani avanti su questo processo che ora definisce "bizzarro, perché riguarda uno che ha fatto tutto nel pieno rispetto delle norme". Al giudice, Salvini ha inviato una memoria difensiva, che ha pubblicato anche sul sito della Lega Nord. "Sono una cinquantina di pagine - ha detto ieri Salvini, che da circa un mese esterna quotidianamente sui temi del processo - mi auguro che siano in tanti a leggerle per rendersi conto di come sono andate le cose. Ho fatto solo il mio dovere, da ministro e prima ancora da italiano, per difendere la sicurezza e i confini del nostro Paese". "Spero di trovare - ha poi concluso - un giudice libero, non uno come Palamara". I processi a Salvini sui blocchi degli sbarchi - un altro si svolgerà presto a Palermo - arrivano in un momento non certo felice per l'ex ministro dell'Interno: le regionali non sono andate bene e la sua leadership nel centrodestra è seriamente insidiata da Giorgia Meloni, continua l'indagine sui soldi della Lega Nord, che ha portato all'arresto di tre commercialisti. "Mai visto quattrini - si è difeso il leader del partito - Due di queste persone indagate le conosco come estremamente corrette e leggo tante sciocchezze. E confido che anche questa come altre inchieste finirà in nulla, perché semplicemente questi soldi non ci sono". Così come non c'erano i 49 milioni di euro rubati dalla Lega Nord agli italiani e che, nonostante la condanna per truffa, potranno essere restituiti in "comode rate" in ottant'anni! Infine, come se non bastasse, la posizione del governatore leghista della Lombardia Attilio Fontana, secondo quanto si apprende, si fa sempre più complicata nella vicenda riguardanti i camici acquistati nel periodo dell'emergenza covid.

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