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Sottosegretari, Forza Italia ha penalizzato la "sua" Sicilia

Sottosegretari, Forza Italia ha penalizzato la "sua" Sicilia

Sottosegretari, Forza Italia ha penalizzato la “sua” Sicilia

"Forza Italia è, a livello nazionale, al sette per cento perché la Sicilia dà al partito dà più di un quarto dei suoi voti". Il conteggio lo ha fatto il deputato regionale forzista Michele Mancuso, aggiungendo: "Se la matematica non è un'opinione, senza noi, il partito avrebbe ben altri numeri, purtroppo". Da qui la domanda sul come, "con tali numeri sul territorio, si possa restare fuori dalle dinamiche del nascente governo Draghi, a cominciare dai ministri per finire ai sottosegretari". "Da siciliano di Forza Italia sul territorio - ha aggiunto Mancuso -, come posso avere fiducia in un esecutivo che estromette totalmente l'unica vera voce moderata e liberale che conta al Sud? Forza Italia in Sicilia è il primo partito in assoluto, e, a dispetto di quello che avviene nel resto d'Italia, continua a incamerare consensi da parte di consiglieri comunali, assessori, sindaci e deputati regionali". Giammanco, chiama Berlusconi "Credo che il Presidente Berlusconi e i dirigenti - ha aggiunto Gabriella Giammanco, portavoce di Forza Italia in Sicilia e vicepresidente del Gruppo azzurro in Senato - debbano aprire una seria riflessione sul fatto che se il partito riesce a mantenere percentuali di consenso non esaltanti ma dignitose è proprio grazie al prezioso contributo della Sicilia, da sempre granaio di voti per Forza Italia, che nell'Isola può contare su settecento amministratori locali. In caso contrario il rischio è di veder presto disperdere questo enorme capitale". Papatheu, "Profonda delusione" "Non posso non manifestare - ha sottolineato la senatrice di Forza Italia Urania Papatheu - la mia profonda delusione per l'assenza nella compagine di governo di esponenti siciliani di FI. Mi amareggia molto che non sia stata tenuta nella dovuta considerazione la significativa presenza politica di Forza Italia in Sicilia e l'efficacia con cui Gianfranco Miccichè conduce l'azione del partito nell'Isola, ampiamente riconosciuta dagli elettori. In una fase difficile e drammatica che attraversa il Paese, e in esso anche la Sicilia, risultano ancor più incomprensibili le decisioni assunte". Miccichè, "Fiducia nella Carfagna" Il grande sconfitto, in questa vicenda, sembra essere il proconsole di Berlusconi in Sicilia, il presidente dell'Ars Gianfranco Micciché, che solo ieri a tarda sera è uscito con una secca dichiarazione: "Ho assoluta fiducia nella ministro per il Sud, Mara Carfagna, che, ne sono certo, si adopererà a favore del Meridione d'Italia. Però, la mancanza di sottosegretari siciliani nella squadra di governo mi preoccupa molto, specialmente nella fase in cui si dovranno assegnare le risorse europee del Recovery plan". Mannino, "I partiti siciliani contano poco" Una chiave di lettura probabile sulla mancata nomina dei sottosegretari siciliani in Forza Italia - l'unico sarebbe Giorgio Mulé, ex direttore di Panorama, che isolano è però solo di nascita -, è stata data dall'ex ministro democristiano Calogero Mannino. "Non c'è un disegno del capo del governo - ha detto - che ha solo raccolto le indicazioni dei partiti: l'assenza di esponenti siciliani nei posti chiave dimostra che i dirigenti dei partiti in Sicilia contano poco". Tanto da fare per il Sud "Io - ha aggiunto l'ex ministro, 81 anni - sono fuori dalla politica, la guardo con distacco e amarezza", ma la scarsa presenza di siciliani nella compagine di governo "è un problema". "Il Sud è trascurato - ha sottolineato - e la Sicilia lo è ancora di più e i partiti non sono più quelli d'un tempo e non torneranno a esserlo". Il tema del Mezzogiorno, secondo l'ex ministro, "rimane centrale", ma "sotto Roma vedo un Paese abbandonato: ci sono cose importantissime da fare al Sud e in Sicilia, penso alla rete ferroviaria e alle strade".

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