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L'Ars si è addormentata, così Sicilia nel degrado

L'Ars si è addormentata, così Sicilia nel degrado

L’Ars si è addormentata, così Sicilia nel degrado

Un quotidiano a diffusione regionale ha comunicato ai suoi lettori che l’Assemblea regionale siciliana costa 11 mln al mese. Quei giornalisti, evidentemente, non hanno letto il bilancio 2017 della stessa, né il colonnino che questo giornale pubblica periodicamente. Se l’avessero fatto si sarebbero accorti che: l’Ars costa circa 13 mln e non 11 (160 mln l’anno diviso 12 mesi) e ciascun deputato costa complessivamente 20.956 €.
Molti sostengono che la politica ha un costo a carico dei cittadini e che sia giusto così. Questo è vero, a condizione che tale costo sia ragionevole e proporzionato, secondo i dettami costituzionali, ai risultati che tale politica deve produrre.
Ma quando i siciliani si trovano un’Assemblea che non lavora più, che non ascolta i fermi ma inutili richiami al dovere del suo presidente, Giovanni Ardizzone, quando nelle Commissioni c’è il caos, quando non si riesce ad avere il numero legale in Aula, quando tutto ciò avviene, i cittadini comprendono che quella è tutta una triste farsa e una costante presa in giro di 90 persone che continuano a succhiare il sangue dei contribuenti e non fanno per niente il loro dovere. Beninteso, fra gli stessi vi sono deputati onesti e capaci.

In questi cinque anni, l’Assemblea ha fatto poche riforme e tutte blande. Non ha trovato modo di procedere a quei radicali cambiamenti e a riordinare le procedure e le leggi semplificandole, in modo da dare efficienza al sistema pubblico.
Lo scollamento fra l’inutile Crocetta, che continua a dire bugie sistematicamente smentite dalle nostre inchieste, è un’aggravante della situazione e causa principale del degrado sociale ed economico in cui è precipitata la nostra amata Isola.
Gravità inaudita riguarda il blocco delle opere pubbliche, di cui c’è assoluto bisogno come l’ossigeno che ci serve per vivere, la non utilizzazione dei Fondi europei e dei Fondi di sviluppo e coesione, per mancanza di cofinanziamento regionale e incapacità della burocrazia regionale e comunale di preparare progetti conformi alle regole Ue.
Tutto questo si unisce alla incapacità di prendere iniziative nella sanità ove il caos sta dilagando, e nelle attività economiche asfissiate dai dinieghi della Pubblica amministrazione.

Questo quadro è conseguente della campagna elettorale ormai aperta, ma assolutamente nebulosa, per cui ancora non si sa quale potrebbe essere il nuovo presidente della Regione, anche se vi sono già oltre dieci candidati ufficiali e occulti.
C’è caos nella parte che va dal Centro alla Sinistra, c’è caos nell’altra parte, che va dal Centro alla Destra. L’unico punto fermo è il Movimento 5 Stelle, che non vuole allearsi con nessuno e conta di avere il primo presidente di Regione nella persona di chi verrà designato, almeno così dicono le fonti ufficiali, il prossimo 9 luglio.
Il Partito democratico è dilaniato e rotto in pezzi di cui il segretario regionale non riesce a mettere insieme i cocci. Ecco perché, ci sembra che al di là dell’ipotesi del presidente del Senato, Pietro Grasso, Renzi sceglierà un profilo basso, non ci metterà la faccia e cederà la candidatura a un alleato del Centro. Cosicché quando il Pd dovesse perdere potrebbe ricusare l’accusa della sconfitta.

Nell’altra parte la gestione di Forza Italia è affidata a Gianfranco Micciché il quale conta sull’aiuto delle due ali, Cuffaro e Genovese, ma rifiuta di appoggiare Nello Musumeci, ripetendo l’errore di cinque anni fa quando contribuì alla sconfitta del leader ex An e alla improvvida elezione del Crocetta.
È vero che l’estate fa calmare i bollori perché la gente pensa alle ferie, e qui purtroppo esse durano psicologicamente quattro mesi. Sarà il clima, sarà la consueta mancanza di volontà, sarà la malavoglia, resta il fatto che per tanti mesi le attività rallentano molto ad eccezione di quella turistica.
Ma ci si mette anche la Regione comunicando che non fa aprire i siti archeologici e museali nei giorni estivi. Però gli stipendi agli 80mila regionali diretti e indiretti, qualunque cosa accada, vengono puntualmente accreditati nei loro conti bancari.
Insomma il Bengodi è qui, ma non per tutti, solo per quei privilegiati che non rispondono a nessuno, neanche allo loro coscienza, e che continuano ad andare avanti rovinando la stragrande maggioranza dei siciliani, formata da persone per bene che piangono su questa drammatica situazione. Ma non agiscono!

Carlo Alberto Tregua

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