Piccole e medie imprese che vengono vessate da una Pubblica amministrazione che utilizza ogni strumento non per fare rispettare la legge, ma per creare intralci alle attività economiche.
Ogni titolare di Partita Iva dovrebbe proiettare tutta la propria attività a procurarsi il cibo, cioè il fatturato necessario a coprire i relativi costi e a far restare quel margine che gli consenta di incrementare il valore della propria azienda, oltre che al sostentamento della propria famiglia. Non ultimo, il pagamento delle imposte relative.
Come si vede, il sistema economico dovrebbe ulteriormente sostenere le Pmi, non già con contributi, ma con la drastica riduzione di adempimenti e con la diminuzione del numero e del valore delle varie tasse.
In Sicilia, vi sono circa 200 mila Pmi e forse 300 mila Partite Iva. Vi è un notevole avvicendamento di iscrizioni e cancellazioni nelle Camere di commercio che, com’è noto,verranno ridotte di numero, da nove a quattro, accorpando Palermo con Enna, Agrigento con Caltanissetta e Trapani, Catania con Siracusa e Ragusa, lasciando solo Messina come ente a sé stante.
Le ragioni delle cancellazioni sono le più diverse, che qui è inutile elencare, mentre la nuova linfa è data dalle iscrizioni, cioè la nascita di tante Partite Iva, che sono quelle che normalmente producono ricchezza.
Vi sono alcune facilitazioni: dalla Srl a socio unico alle Partite Iva minime con fatturato non superiore a 30 mila euro, ad adempimenti che via via si riducono, ma non in quantità sufficiente.
Soprattutto grava sulle piccole Partite Iva, il dover sostenere spese ulteriori per consulenti del lavoro e previdenza, per gli adempimenti civilistici e per quelli fiscali. E poi vi sono tutte le farraginose attività burocratiche che nulla hanno a che fare con il lavoro di ogni titolare di Partita Iva.
La Regione, che dovrebbe essere la locomotiva dello sviluppo della Sicilia, da anni è bloccata e costituisce il tappo della economia isolana.
Immettere liquidità nel tessuto siciliano significa creare un circolo virtuoso, alimentando le imprese micro, piccole e medie, ma anche quelle nazionali ed estere che vengono qui per realizzare opere pubbliche importanti, attraverso cui si mettono in moto i subappalti, che di solito sono appannaggio delle imprese isolane. Con questo meccanismo nascono nuove Partite Iva e quindi nuova occupazione e conseguentemente aumento dei consumi.
Ma tale circolo virtuoso non è stato messo in moto perché la Regione ha indirizzato le proprie uscite a coprire spese clientelari e a mantenere sprechi di ogni genere.
In questi prossimi nove mesi che ci separano dalle elezioni regionali, può succedere di tutto. Noi auspichiamo un sussulto di buon senso dell’attuale presidente della Regione e della sua inesistente maggioranza. Auspichiamo un sussulto di buon senso dei novanta deputati regionali che andranno definitivamente a casa nella prossima legislatura per più della metà.
Non solo buon senso, ma anche un ulteriore sussulto di dignità per fare alcune riforme, semplificatrici delle procedure, e contestualmente di stimolo alla voglia di fare di tanti bravi siciliani, lodandoli per le loro iniziative imprenditoriali che incrementano la ricchezza della nostra Isola.
Non sappiamo se tali sussulti vi saranno o se presidente di Regione e deputati regionali continueranno a guardare il loro ombelico, i loro interessi personali e quelli dei loro amici. Ma speriamo che tale sussulti vi siano e siano spinti da Risorgimento Sicilia.
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