La scuola diventa luogo di sperimentazione dello Spid (Sistema pubblico per la gestione dell’identità digitale) grazie agli alunni diciottenni e agli insegnanti. Già alcuni professori si lamentano prima ancora di iniziare, mentre i giovani dimostrano di accogliere bene l’utilizzo del digitale per dialogare con la pubblica amministrazione.
Introdotto dall’articolo 64 del Codice dell’Amministrazione digitale, richiede al cittadino l’identificazione tramite un gestore. Dopo di che sarà possibile, con un solo Pin, accedere a una pluralità di servizi della Pa. Per i diciottenni si è trattato innanzitutto di spendere il c.d. Bonus cultura, scegliendo su una vetrina creata nel portale www.18app.it gli acquisti di cultura preferiti, tra le offerte di esercenti del settore librario, concertistico, musicale e teatrale.
Attivato con un ritardo di sei mesi per i diciottenni, in due settimane sessantamila giovani se ne sono dotati e continuano ad arrivare sedicimila richieste a settimana, dunque c’è buona probabilità che decideranno di dotarsene i 500 mila previsti, nati diciotto anni fa.
Il sistema Spid si attiverà a breve anche per il bonus formazione dei 650 mila professori italiani. In questo modo la scuola, dunque, si rivela utile alla società come luogo di avvio di un sistema di semplificazione dei rapporti tra cittadino e pubblica amministrazione più economico, efficiente e in linea con i paesi tecnologicamente più avanzati.
Lucia Russo
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