MAZARA DEL VALLO (TP) – In 10 anni si sono spesi circa due milioni e mezzo di euro per tamponare la piaga cani randagi in Città con risultati non proprio eccellenti. Di anno in anno, infatti, sia l’amministrazione Macaddino, fino al 2009, e poi quella Cristaldi, fino ad oggi, hanno fatto uscire dalle casse del Comune, con appalti annuali per la gestione del servizio, una media di circa 230/250 mila euro l’anno. Beneficiario unico di tali somme è stata, sempre, la stessa ditta nissena: la Ri. Ca. Ra. (Ricovero cani randagi). L’azienda in questione opera quasi in regime di monopolio in Sicilia occidentale, dato che, può vantare tutta una serie di autorizzazioni e strutture che la mettono al riparo dalla concorrenza. L’amministrazione guidata da Cristaldi ha provato a mettere una pezza attivando un canile municipale che, però, per l’esiguità di posti (solo circa una settantina) e per le difficoltà passate a dare in gestione la struttura, non hanno risolto il problema. Programmazione anche in questo caso, però, non fa rima con amministrazione. Con quasi cinque miliardi di vecchie lire, spesi in due lustri, da diverse amministrazioni, era proprio imprevedibile ed irrealizzabile l'auto finanziamento di un canile municipale più grande, sufficiente a soddisfare tutti i bisogni di accoglienza delle centinaia di cani randagi presenti sul territorio mazarese? Ed era così impossibile prevedere, poi, di farlo gestire da personale che al Comune di certo non manca, tra precari Lsu, Asu, Articolisti, consentendo di non scialacquare, in tal modo, autentici fiumi di denaro? Ai cittadini mazaresi lasciamo questa piccola riflessione.

Alessandro Accardo Palumbo
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