Sesto posto nella classifica siciliana per Caltanissetta, città che secondo Sabrina Mirisola - studentessa di Lingue e culture moderne all’Università "Kore" di Enna – “va ingrigendosi sempre più”.
“Noto con dispiacere – racconta la ragazza - che raramente vengono organizzate attività culturali interessanti come fiere e mercatini, neanche quelli natalizi che in questi giorni, almeno un volta all’anno, dovrebbero portare un po' di allegria in città”.
Sono sempre di più, invece, i negozi che chiudono con il passare del tempo. Soprattutto nel centro storico, dove quasi nessuno compra e in pochi si recano. “Gran parte dei giovani – spiega Sabrina - si trasferisce fuori per motivi di studio e pur avendo la possibilità di tornare a Caltanissetta nei weekend preferisce rimanere fuori sede per divertirsi, dato che la città offre ben poco!”.
Chi torna, invece, sceglie di stare barricato a casa con la famiglia o riunirsi con gli amici. “Nel weekend ci sono pochi bar che organizzano delle serate e, a parer mio, se il centro storico fosse in condizioni diverse, ci sarebbe qualcosa in più da fare” – suggerisce Sabrina, che racconta di come a volte passeggiare per le vie del centro può diventare sgradevole a causa di alcuni elementi di disturbo.
Essendo la città sede di un centro di accoglienza per migranti, infatti, sono in molti a lamentare atteggiamenti “loschi e a volte molesti” di alcune di queste persone nei confronti delle ragazze che si spostano da sole. “Purtroppo evitare i pregiudizi e gli stereotipi è dura in una città così piccola e ancora chiusa e le persone tendono a fare di tutta l'erba un fascio, evitando di frequentare quella zona”.
Un atteggiamento che ha portato come conseguenza la chiusura di alcune attività della zona, a causa della mancanza di una clientela solida. “Penso che Caltanissetta rimarrà nel fondo della classifica finché non verranno coinvolti gli abitanti, organizzato qualcosa di interessante e soprattutto – conclude la studentessa - finché non viene arginato il problema del razzismo, che sta prendendo il sopravvento”.
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