Quella delle vaccinazioni è diventata negli ultimi anni una questione delicatissima, che ha finito per dividere profondamente lopinione pubblica, spesso influenzata da pregiudizi e meccanismi di disinformazione. Uno dei falsi miti non di rado usati dal fronte degli antivaccinisti è quello secondo cui le case farmaceutiche traggono immensi vantaggi dal business dei vaccini. Ma è davvero così? Bastano pochi numeri per capire da che parte stia la verità.
Secondo il Rapporto Osmed 2015 dellAifa sulluso dei farmaci in Italia, i profitti derivanti dai vaccini costitutiscono solo l1,4% della spesa del Servizio Sanitario Nazionale, muovendo una cifra di 318 milioni di euro in un anno. Molto meno dei farmaci per lipertensione, che costituiscono il 9,4% della medesima spesa e che, in termini assoluti, si traduce in un giro daffari da oltre 2 miliardi di euro. Stesso discorso vale per altri gruppi di farmaci, come gli antibiotici e gli antiasmatici, che costituiscono rispettivamente il 4% e il 4,5% della spesa del Ssn, per una cifra complessiva di circa 1 miliardo di euro per ciascuna categoria. I farmaci usati per la cura dellepatite C, poi, assorbono il 7,8% di tale spesa, lequivalente di 1,7 miliardi di euro in termini assoluti. Eppure, nessuno si permetterebbe mai di osteggiare luso di queste importantissime medicine.
Con questi pochi numeri vogliamo contrastare una deriva che anche in Sicilia sta diventando sempre più preoccupante. Secondo i dati del Ministero della Salute, la copertura vaccinale dei bambini in età pediatrica è scesa sensibilmente, comportando rischi notevoli per la salute pubblica.
Dal 2013 al 2015, nellIsola, il ricorso al vaccino trivalente (contro morbillo, parotite e rosolia) nei bambini fino a 24 mesi di età è sceso di circa il 10% (dall89% al 79,2%). Nello stesso arco di tempo, risultano in calo del 3,4% anche i vaccini contro tetano, difterite, epatite B e poliomielite (dal 95,3% al 91,9%), mentre diminuisce dell1% il vaccino contro il meningococco C, causa della temibilissima meningite (dal 61,42% al 60,48%). Se andrà avanti così, le case farmaceutiche ci rimetteranno forse qualche milione di euro, ma i cittadini sono pronti a rimetterci in termini di salute e sicurezza?
Oriana Sipala
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