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Previste 13.500 assunzioni in Sicilia, il 22% in meno rispetto a novembre 2019

Previste 13.500 assunzioni in Sicilia, il 22% in meno rispetto a novembre 2019

Previste 13.500 assunzioni in Sicilia, il 22% in meno rispetto a novembre 2019

di Serena Grasso -

PALERMO – Continua il tracollo di assunzioni, in notevole parte determinato anche dall’emergenza sanitaria in corso. Secondo quanto emerge dal bollettino del sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal, in Sicilia si stimano 13.490 nuove assunzioni per il mese attualmente in corso, ovvero oltre un quinto in meno rispetto a quanto accaduto nello stesso periodo dell’anno scorso (-22,3%).

In generale, tutte le regioni, nessuna esclusa, sono state interessate da notevoli riduzione. A livello nazionale la contrazione ammonta mediamente al -24,3%, con un numero previsto di assunzioni complessivamente ammontante a 263.850 unità. Entrando maggiormente nel dettaglio regionale, rileviamo nelle Marche la regione con la contrazione percentuale maggiormente sostenuta (-28,7% e 5.430 nuove assunzioni previste), seguita da Toscana e Umbria (entrambe le regioni subiscono una riduzione pari al 26,6%, rispettivamente con 15.380 e 2.830 nuove assunzioni previste).

In Lombardia, la regione simbolo di questa lotta contro il Covid-19, le assunzioni previste per il mese di novembre si riducono del 23,8% (stimate 59.690 nuove entrate). Il Molise è, invece, la regione con la contrazione percentuale più contenuta a livello nazionale (-19,9% e 830 nuove assunzioni previste).

Le molteplici incognite sul piano economico continuano a pesare in particolare sui programmi di occupazione delle imprese dei servizi turistici, alloggio e ristorazione (-31,8% le entrate programmate rispetto a novembre 2019), dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (-30,8%) e dei servizi dei media e della comunicazione (-28,5%). Per l’industria, fortemente al ribasso le previsioni delle imprese dei comparti carta, cartotecnica e stampa, (-43,1%), legno e mobile (-39,7%) e tessile, abbigliamento e calzature (- 31,0%).

Meno penalizzati risultano essere i servizi alle persone (-11,2%), anche a seguito delle maggiori sollecitazioni legate all’erogazione dei servizi sanitari; ma anche i comparti alimentari (-16,3%), servizi finanziari e assicurativi (- 17,3%), i servizi avanzati di supporto alle imprese (-18,7%), il settore metallurgico (-19,3%) e quello delle costruzioni (-19,6%).

Relativamente alle classi dimensionali delle imprese, le maggiori riduzioni percentuali si rilevano tra le aziende che hanno oltre 250 dipendenti e tra quelle che hanno tra 50 e 250 dipendenti (rispettivamente -33,5% e -40,1%).

Anche in questo periodo di crisi economica si registrano difficoltà di reperimento del personale: in particolare, in Sicilia è di difficile reperimento oltre un’assunzione su quattro (esattamente il 27,3% del totale, contro una media nazionale pari al 32,3%). Maggiori difficoltà di reperimento si osservano in Trentino Alto Adige (40,5%), Veneto (39,4%), Friuli Venezia Giulia (37,9%) e Toscana (37,8%).

Le figure professionali più difficili da reperire sono rappresentate dagli operai specializzati (in particolare, operai e artigiani nel settore delle costruzioni, fonditori e saldatori, meccanici e montatori) e dai tecnici (soprattutto tecnici informatici, tecnici della sanità, tecnici dei rapporti con i mercati). In questi casi, la mancata corrispondenza tra domanda ed offerta è qualitativa e riguarda soprattutto competenze ed esperienza, con radici nel mancato collegamento tra sistema formativo e imprese oltre che nelle carenze dell’orientamento e dei servizi per il lavoro.

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