Dopo anni di rinvii e tentativi di ritardare la riforma, finalmente la Sicilia avrà le elezioni nelle Città metropolitane e nei Liberi consorzi (ex Province) nel 2025, come previsto dalla legge attualmente in vigore. La votazione si terrà esclusivamente per gli amministratori locali, senza allargamenti o modifiche al sistema originario.
Oggi il presidente della Regione, Renato Schifani, ha firmato il decreto che ufficializza la data in cui i sindaci e i consiglieri delle ex Province saranno chiamati alle urne. Le elezioni riguarderanno i consigli metropolitani di Palermo, Catania e Messina, ma anche la guida politica dei Liberi consorzi di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani. I seggi saranno aperti domenica 27 aprile dalle ore 8 alle 22.
La storia di un atteso rinvio
Dalla riforma Delrio, passando per la gestione dei costi della politica e i tentativi di riorganizzazione della Sicilia, le ex Province sono state al centro di numerosi dibattiti. Per oltre un decennio, si è discusso di nuove configurazioni politiche e amministrative, ma il risultato è stato scarso. I commissari sono stati protagonisti della gestione dei Liberi consorzi, mentre i sindaci delle principali città siciliane hanno ricoperto anche il ruolo di sindaci metropolitani, ma senza un vero e proprio organo elettivo.
Nonostante la legge regionale che regolamenta le ex Province risalga al 2015, il decreto firmato oggi da Schifani si rifà alla “prima applicazione” della stessa, dando il via alla riorganizzazione politica.
Il decreto ufficiale
Nel decreto si legge che le elezioni per i presidenti e i consigli dei Liberi Consorzi di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Ragusa, Siracusa e Trapani, così come per i Consigli Metropolitani di Palermo, Catania e Messina, sono indette per il 27 aprile 2025. Il provvedimento sarà notificato a tutti gli enti competenti, tra cui i dipartimenti regionali, le prefetture e i segretari dei comuni coinvolti.
Il ricorso del Governo Meloni
Nel frattempo, a gennaio, il Governo nazionale ha presentato un ricorso alla Corte costituzionale contro il continuo rinvio delle elezioni. Palazzo Chigi ha criticato la scelta della Regione di posticipare ulteriormente la data delle elezioni, spostandola dalla fine del 2024 alla primavera del 2025. Nel ricorso, si sottolinea che le elezioni previste dalla legge regionale 15/2015 non sono mai state indette, a causa delle numerose leggi regionali che hanno continuamente rinviato il processo elettorale.
Secondo l'Avvocatura dello Stato, questo comportamento viola l’articolo 1 della Costituzione, che riconosce nelle elezioni e nei referendum il momento di massima espressione della sovranità popolare, nonché gli articoli 5 e 114, che tutelano l'autonomia e la rappresentatività degli enti locali, svuotate dal commissariamento.
Attesa per le elezioni
Le elezioni per le ex Province sono ora ufficialmente fissate, e l'attenzione si sposterà sulle dinamiche politiche interne ai partiti per la scelta dei candidati. In questi anni, gli enti locali sono stati spesso criticati per la mancanza di una guida politica stabile, e ora si attende una vera e propria riorganizzazione.
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