Il grano duro italiano, fondamentale per produrre la pasta, costa meno di quello canadese ma è difficile da acquistare in questo periodo di aumento dei prezzi sui mercati internazionali. A segnalarlo è il presidente dei Pastai di Unione Italiana Food-Confindustria Riccardo Felicetti e amministratore delegato dell'omonimo pastificio. Ma scoppia la polemica.
Le difficoltà ad acquistare il grano duro italiano dipende dal fatto che è "appetibile - spiega Felicetti all'Adnkronos - in quanto anche se la sua quotazione è aumentata del 70% costa ancora meno di quello straniero e viene distratto dal mercato italiano per essere venduto in altre nazioni, tipo in Tunisia, prova ne è l'asta della scorsa settimana” conclude Felicetti.
Immediata la replica di Coldiretti all'indirizzo del presidente dei pastai italiani. "Per acquistare il grano italiano basta pagare il giusto prezzo agli agricoltori". "Come riconoscono i pastai – sottolinea la Coldiretti - il grano italiano viene sottopagato a prezzi inferiori di quello estero nonostante sia 'appetibile' e sicuro perché ottenuto senza l’impiego del diserbante glifosato in preraccolta, una modalità consentita invece da Paesi dai quali importano come il Canada". "Nonostante questo, molte industrie hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale, anziché garantirsi gli approvvigionamenti con prodotto nazionale attraverso i contratti di filiera sostenuti dalla Coldiretti. Una miopia che – precisa la Coldiretti - ha costretto gli agricoltori italiani a ridurre le superfici coltivate e a cercare mercati alternativi che riconoscono prezzi più equi".
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