Uno dei più belli e veri, dice: “Che la morte mi colga in ottima salute”. Sembra una ovvietà, ma non lo è, anche perché tante persone si augurano di morire nel proprio letto e andarsene lentamente quasi come a scendere nell’oblio.
Ma non è così, perché spesso, purtroppo, ci si avvia nella strada delle malattie più o meno gravi che creano sofferenze, per cui si pensa alla morte del corpo come ad una liberazione dello spirito che invece sopravvive (almeno secondo me) e va nel mondo dell’energia.
La morte. Molti l’hanno raffigurata come la signora in nero, come uno scheletro che porta la falce, come una nemica che aggredisce e uccide. Tutte finzioni messe in atto, spesso artatamente, per colpire le menti deboli di coloro che non pensano, che non leggono, che non capiscono.
Avere la consapevolezza della nostra pochezza potrebbe essere lo strumento per capire la cessazione del corpo e non averne paura, in quanto evento inevitabile e naturale.
Tante persone, soprattutto anziane, si lamentano di acciacchi, malattie più o meno gravi e hanno quasi un fastidio di doverne subire le conseguenze. Ma pochi mettono in atto meccanismi ed iniziative per ritardare l’invecchiamento, per prevenire gli acciacchi, per fronteggiare le avversità che colpiscono il nostro corpo.
Certo la malattia grave e irreversibile ci può colpire ed anche in questo caso dobbiamo guardare avanti con positività anche al di là della soglia oltre la quale il corpo inizia il suo processo di trasformazione biologica.
Qualcuno sosteneva che tutti gli uomini siano uguali. Donde la domanda: “A chi?”. L’eguaglianza è un’utopia perché non è vero che gli uomini sono uguali, ma è vero che devono avere uguali opportunità.
In natura gli esseri viventi non sono uguali: il più grosso mangia il più piccolo per sopravvivere. Il più forte sopraffà il piu debole, ma si pensa che essendo gli uomini dotati di raziocinio, questi squilibri non dovrebbero avvenire. Anche questa è un’utopia perché, se così fosse, la natura umana sarebbe snaturata. Prendere atto di come siamo è il punto di partenza per trovare una convivenza accettabile ed una equità fra le persone umane viventi che consenta un minimo di comprensione e di condizione di vita.
Tanta gente parla di Servizio, ma altrettanto poca gente lo pratica. Tutti parlano di servire gli altri ma la peggior parte serve se stessa. L’egoismo dei nostri giorni è più forte di quello passato. Ciò accade perché il materialismo, conseguente all’ignoranza, dilaga sempre di più e ritiene che esso durerà sempre.
Ognuno ritiene normale la buona salute. Non è vero. Bisogna lavorare diuturnamente per poterla mantenere. Solo così si può sperare di arrivare al momento finale esclamando ancora: “Che la morte mi colga in ottima salute”.
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