“Finalmente stasera, dopo momenti di tensione e qualche episodio poco edificante, abbiamo un regolamento”. Così Anthony Barbagallo, segretario regionale uscente del Partito Democratico, ha commentato l’epilogo di una travagliata assemblea svoltasi ieri a Palermo.
Barbagallo ha aggiunto: “La vita è fatta di ripartenze, e domani sarà una ripartenza con regole certe”. Tuttavia, l’approvazione del regolamento, avvenuta con 169 voti favorevoli, 4 contrari e 2 astenuti, resta oggetto di contestazioni: una parte significativa dei presenti non ne riconosce la validità e promette di chiederne l’annullamento.
Correnti in conflitto e tensioni interne
Le divergenze non riguardano solo due correnti principali del PD siciliano, ma un panorama frammentato. I rapporti tra il segretario regionale e il gruppo parlamentare all’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) sono tesi. A ciò si aggiungono le contrapposizioni tra le aree vicine a Elly Schlein e Stefano Bonaccini, con Barbagallo schierato con la segretaria nazionale e il capogruppo all’ARS, Michele Catanzaro, allineato con Bonaccini. All’interno dello stesso gruppo parlamentare, inoltre, le opinioni divergono su molte scelte della segreteria regionale, soprattutto riguardo alle critiche di Barbagallo sull’eccessiva vicinanza del gruppo al governo Schifani.
Caos in assemblea: tensioni alle stelle
Durante la discussione, già carica di attriti, il culmine della tensione è stato raggiunto quando l’assemblea ha chiesto il voto nominale. La decisione di Igor Taruffi, responsabile organizzativo del PD, di ignorare questa richiesta con un categorico “decido io” ha innescato uno scontro acceso. Deputati come Burtone, Spada, Catanzaro e Venezia hanno duramente criticato Taruffi, mentre la platea si è divisa in fazioni, sfiorando la rissa.
“La situazione è degenerata, ma in un partito, come in una famiglia, succede anche questo”, ha minimizzato Barbagallo. Tuttavia, la sala ha assistito a momenti di caos in cui alcuni iscritti cercavano di placare i colleghi per evitare che la situazione degenerasse ulteriormente.
Il ruolo di Taruffi e le polemiche
Igor Taruffi ha concluso l’assemblea annunciando i risultati e lasciando rapidamente la sala. La sua conduzione è stata oggetto di dure critiche, soprattutto per non aver verificato eventuali irregolarità legate alla presenza di votanti collegati da remoto, i cui nominativi erano stati segnalati in assemblea.
“Taruffi non è uscito bene da questa vicenda”, è l’opinione condivisa da molti partecipanti. La gestione dell’assemblea da parte del “delegato di Elly Schlein” ha esacerbato le tensioni tra le fazioni, rendendo ancora più complesso il rapporto tra i sostenitori di Bonaccini e Barbagallo.
Nonostante ciò, il segretario uscente ha ringraziato Taruffi: “Ha un ruolo delicato, ma ci ha messo la faccia ed è stato presente in momenti difficili”.
Una ripartenza incerta
Mentre alcuni membri dell’assemblea chiedono l’annullamento della votazione, altri sembrano pronti a voltare pagina per concentrarsi sull’elezione del nuovo segretario regionale. Barbagallo, in corsa per un secondo mandato, si trova a fronteggiare un clima di forte sfiducia e divisione.
L’obiettivo della segreteria Schlein di raggiungere il 20% di consenso nazionale appare lontano in Sicilia, dove il PD ha governato una sola legislatura negli ultimi vent’anni, senza ottenere grandi risultati. Il nuovo segretario, eletto con o senza primarie, dovrà affrontare la sfida di risollevare un partito in crisi, ritrovare unità interna e riconquistare la fiducia degli elettori.
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