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Dispersione delle acque, energie rinnovabili, rifiuti, biodiversità. La Sicilia perde la sfida per la tutela dell'ambiente

Dispersione delle acque, energie rinnovabili, rifiuti, biodiversità. La Sicilia perde la sfida per la tutela dell'ambiente

Dispersione delle acque, energie rinnovabili, rifiuti, biodiversità. La Sicilia perde la sfida per la tutela dell’ambiente

Quello della salvaguardia ambientale è uno dei temi centrali dell’agenda europea. In Italia, come negli altri Paesi dell’Unione, sono stati fatti negli anni molti sforzi in questa direzione. Tuttavia, secondo il Rapporto Bes dell’Istat, esistono forti “disparità nell’ampiezza e nell’intensità delle risposte alle problematiche di salvaguardia dell’ambiente”. Ciò significa che le politiche di alcuni Paesi sono più efficaci di altre e che, anche in ambito più strettamente nazionale, la situazione varia da regione a regione.

Ad esempio, in tema di smaltimento dei rifiuti non si può certo dire di essere all’avanguardia. In Italia il 31,5% dei rifiuti urbani finiscono ancora in discarica. Si tratta di una percentuale piuttosto alta, eppure la Sicilia riesce a far peggio, andando oltre l’84%. Una quota a dir poco vergognosa.

Va meglio, invece, per quanto riguarda la produzione di energia da fonti rinnovabili. Secondo i dati del Rapporto Bes 2016, infatti, nel nostro Paese il consumo di energia elettrica da fonti rinnovabili è superiore alla media europea: parliamo del 33,4%, contro il 27,5% dell’Ue. In particolare, i territori italiani che eccellono sono la Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano, che addirittura riescono a produrre più del loro fabbisogno. Nel primo caso, infatti, la percentuale impenna al 323,1%, mentre a Bolzano si parla del 196,3%.

La Sicilia, invece, stando ai dati del Rapporto Bes, è tra le ultime regioni per produzione di energia da fonti rinnovabili. Siamo al 23,7% e solo altre tre regioni fanno meno di noi, ovvero l’Emilia Romagna, il Lazio e la Liguria, dove tale produzione va dal 20% in giù. Probabilmente ciò si deve anche al fatto che in Sicilia sono poche le famiglie che hanno effettuato investimenti per un efficientamento energetico nelle loro abitazioni. Ad averlo fatto sono solo il 14,2% delle famiglie, contro il 24,7% delle famiglie che vivono nelle regioni settentrionali.

Sarà probabilmente per una questione economica, o magari anche per una questione di sensibilità nei confronti delle questioni ambientali. E visto che siamo in tema di sensibilità, tra i cittadini del Nord risulta parecchio diffusa quella per la perdita della biodiversità: il 20,7% degli intervistati la considera tra le principali preoccupazioni ambientali, contro il 19,1% dei cittadini del Centro e il 16,7% dei cittadini meridionali. In Sicilia la quota si attesta al 17%.

Esistono, poi, forti disparità territoriali anche in relazione alla dispersione di acqua potabile, che risulta elevata in molte città del Sud, prime fra tutte Palermo, Catania e Messina, dove la dispersione supera il 20%.

Per queste e altre ragioni, non è un caso che la soddisfazione dei cittadini nei confronti della situazione ambientale sia più alta nel Nord e nel Centro (75,3% e 73%), mentre risulta decisamente più bassa nel Mezzogiorno (60,7%). “La forbice tra Centro-Nord e Mezzogiorno – si legge ne Rapporto -  tende ad aumentare nel tempo, a causa del progressivo miglioramento della soddisfazione ambientale nelle prime due ripartizioni e del peggioramento nel Mezzogiorno”. In Sicilia, come se non bastasse, la percentuale è ancora più bassa: solo il 56,1% delle persone si dice soddisfatto della situazione ambientale. C’è davvero poco di cui stupirsi e molto per cui indignarsi.

Oriana Sipala

oriana sipala

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